I LUOGHI DI MARIO RIGONI STERN: IL PROGETTO REM FINALISTA IN EUROPA

Bella recensione all’app sui luoghi di Mario Rigoni Stern oggi sui giornali Nuova Venezia, Mattino di Padove e Tribuna di Treviso.

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Intanto il Progetto di Cooperazione Transnazionale Rural Emotion – REM, di cui la app e il sito su Mario Rigoni Stern sono una parte, è tra i tre progetti finalisti della categoria “Comunicazione Innovativa” del concorso “Communication Awards 2014”, promosso nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC). Candidato per le sue caratteristiche innovative dal Gal Patavino per conto degli altri partner  (GAL Bassa PadovanaGAL Montagna VicentinaGAL Terra BericaGAL Pianura VeroneseGAL Antico DogadoLAG Pohjois Satakunta(GAL Finlandese) il progetto si è imposto su ben 146 domande pervenute, da tutta Europa.

Si potrà votare il Progetto REM dal 12 al 28 gennaio 2015, al seguente link. Al progetto che riceverà più voti verrà assegnato “Il Premio Speciale del Pubblico 2014”.

La cerimonia si svolgerà a Bruxelles il 29 gennaio 2015.

 

 

 

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COME SCARICARE LE APP SENZA FORNIRE I DATI DELLA CARTA DI CREDITO

AppMrsIn tanti evitano di scaricare le applicazioni perchè  sono restii a fornire all’App Store i dati della loro carta di credito, per timore di furti on line. In realtà il servizio di Apple è arci-sicuro, ma ad ogni buon conto segnaliamo un video (un po’ pittoresco ma molto efficace) postato su You Tube da un ragazzino per mostrare come farsi l’account Apple senza fornire i propri dati). E poi potete scaricare le applicazioni gratuite (compresa I luoghi di Mario Rigini Stern)  senza alcun problema.

 

https://www.youtube.com/watch?v=ogFMU4x3rfE

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PREMIO DI POESIA RELIGIOSA, VINCE SILVIA VENUTI

Poesia religiosa, oggi a Camposampiero abbiamo premiato Silvia Venuti, per la raccolta “La visione assorta”, Ed. Interlinea (nella foto con Antonia Arslan, presidente della giuria)

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Ecco alcuni suoi versi:

Nicchie d’ombra

tremano sull’onda

quando è madreperla

il mare.

**********************

Com’è autunno sulle foglie!

S’appoggia una tristezza muta

sui colori e al suolo.

Un cielo che pesa

chiude l’orizzonte

a un disarmato sguardo

giovane nel cuore.

***********************************************

Non è lo sguardo alla vecchiaia

che mi muove a lacerante compassione,

ma i cogliere nei giovani d’allora,

quell’ombra del tempo dilatarsi

come meschino, ingiusto tradimento.

 

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SUI LUOGHI DI MARIO RIGONI STERN

Pubblico due articoli sul progetto Rigoni Stern che ho curato per il Comune di Asiago, col sito www.iluoghidirigonistern.it e l’omonima applicazione (ed. Mazzanti) in arrivo fra qualche settimana.

http://viaggi.repubblica.it/articolo/altopiano-di-asiago-alla-rigoni-stern/230691

http://viaggi.corriere.it/viaggi/weekend/montagna/14_novembre_03/asiago-sentieri-mario-rigoni-stern-olmi-5cfa0ada-6384-11e4-bb4b-8f3ba36eaccf.shtml?photo=8

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CASO CUCCHI: SI SANZIONINO ALMENO LE RESPONSABILITÀ OGGETTIVE DEI CAPI DEI PICCHIATORI

CucchiA parte esprimere solidarietà umana per la famiglia e rabbia e indignazione per chi – servitore dello Stato o medico – ha contribuito a far morire una persona e l’ha fatta franca (e ora esulta), c’è un modo per impedire che un altro “caso Cucchi” si ripeta all’infinito? E per evitare che a pagare sia lo Stato, chiamato in causa (giustamente) dalla famiglia, e cioè tutti noi?

Forse si può fare, introducendo per casi come questi delle forme di corresponsabilizzazione che sanzionino chi non ha fatto abbastanza per impedire che si verifichino. Non si chiede ai giudici di condannare a vanvera degli imputati di cui non sia certa la colpevolezza, ma ai politici che ora si stracciano le vesti per la sentenza di mettere a punto dei meccanismi che individuino nelle catene di comando le figure dirigenziali che possano rispondere – amministrativamente se non penalmente – nei casi in cui i loro sottoposti si macchino di colpe gravi come queste.

Ad esempio: che Stefano Cucchi sia stato sottoposto a pestaggio da parte di chi l’aveva in custodia è assodato. Non si sa chi siano i responsabili, ma chi sia il loro superiore si: questi non può certo essere condannato penalmente se non si dimostra che era presente ai fatti, ma sanzionato sul versante della carriera o degli incentivi economici, in quanto oggettivamente responsabile della tragedia, questo sì. Dovrebbe valere anche per i responsabili dei fatti del G8 di Genova, che invece sono stati in gran parte promossi: si blocchino gli avanzamenti automatici per i superiori dei picchiatori (e i colleghi che non li denuncino), e per i dirigenti dei medici che si sono trasformati in macellai.

In fondo non è quello che accade nel privato con la certificazione di qualità? Per produrre un prodotto valido all’imprenditore non basta lavorare bene, ma bisogna anche che egli promuova un’adeguata formazione per i propri dipendenti e si scelga con cura i fornitori: se sbagliano loro a pagarne le conseguenze sul mercato è lui. E sarà lui a provvedere di conseguenza, quando si tratterà di premiare o licenziare i dipendenti o scegliere o scartare i fornitori.

Perché una macchia come questa non deve pesare nella valutazione di un ufficio dello Stato e dei suoi responsabili?

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“PASSO DOPO PASSO DOPO PASSO” I luoghi di Rigoni Stern, una riscoperta virtuale

Sono in dirittura d’arrivo con la app dedicata ai luoghi di Mario Rigoni Stern.  RigoniApp

Ne parlo domani (sabato 11) alle 16 al Liceo Tito Livio, nell’ambito della Fiera delle Parole, con Mauro Varotto e Sara Luchetta. Ecco il comunicato, e sotto qualche articolo uscito sui giornali.

 

“PASSO DOPO PASSO DOPO PASSO”

I luoghi di Mario Rigoni Stern, una riscoperta virtuale

Pochi scrittori sono rimasti fedeli alla propria terra come Mario Rigoni Stern. Ora un progetto di cooperazione transnazionale – Rural Emotion – intende valorizzare l’opera e la figura dello scrittore e il suo territorio, l’Altopiano. A questo fine è stato realizzato un sito (www.iluoghidirigonistern.it) che ne ricostruisce la biografia, le opere e il profilo letterario e umano, e un’applicazione per smartphone e tablet, con la geolocalizzazione di un’ottantina di itinerari e luoghi significativi per lo scrittore; è stato inoltre messo a punto un percorso di geocaching, un gioco che consiste in una caccia al tesoro che toccherà altri dei luoghi di Rigoni Stern sull’Altopiano.

Queste iniziative – che hanno l’ambizione di far rivivere soprattutto ai giovani i “sentimenti” e le “sensazioni” provate da Rigoni Stern in quei luoghi – saranno illustrate da Sergio Frigo, giornalista e coordinatore del progetto, Mauro Varotto, associato di Geografia DiSSGeA, Università di Padova, Sara Luchetta, dottoranda di ricerca, e Giovanni Donadelli, assegnista di ricerca, DiSSGeA, Università di Padova.

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GIORGIO FONTANA: QUELLA CRAVATTA ROSSA AL PREMIO DEGLI INDUSTRIALI…

FontanaIn un Premio Campiello che ha sdoganato la critica sociale (col vincitore dell’Opera Prima Stefano Valenti e la sua Fabbrica del panico, con gli appelli ecologisti di Mauro Corona, col duro romanzo sulla genesi del moderno capitalismo di Giorgio Falco) la cravatta rossa del vincitore Giorgio Fontana, appartenuta al nonno partigiano, diventa un simbolo.

 

“MA LA POLITICA NON DEVE INTERFERIRE NELLA SCRITTURA”

Giovanissimo (33 anni, ma già cinque libri alle spalle), figlio di un magistrato, Fontana si definisce «un sincero riformatore sociale», scrive (anche) su giornali militanti (il manifesto, lo straniero, Open democracy), simpatizza per il movimento Occupy Wall Street, ritiene che «le disuguaglianze siano uno dei maggiori problemi odierni su scala mondiale», anche alla rivoluzione preferisce la rivolta (cit. Camus) e come il protagonista del suo libro, “Morte di un uomo felice”, aborre ogni violenza e cerca sempre di capire le ragioni dell’altro.

“I PERSONAGGI VIVONO DI VITA PROPRIA, INDIPENDENTEMENTE DALLE IDEOLOGIE”

Il giovane scrittore comunque tende a mantenere la politica fuori dalla scrittura, non permette che l’ideologia interferisca coi suoi personaggi, che sono gli unici a cui è realmente interessato al momento di scrivere; e ai quali si impegna con forza a garantire una vita propria, facendo anche un passo indietro, come autore, quando gli si chiedono opinioni sulle loro scelte. Come sull’atteggiamento del protagonista, il giovane giudice Giacomo Colnaghi, che per senso del dovere mette nel conto di essere ucciso dai terroristi e di lasciare la propria famiglia da sola: come d’altra parte aveva fatto il padre, ucciso dai fascisti quando lui era appena nato.

Questo è il nodo del romanzo, ma l’importante è quello che fa lui, non cosa ne penso io. E anche come valuterà la scelta di suo padre il fragile figlio di Colnaghi, destinato a rimanere orfano, non sono in grado di dirlo”.

Vuoi dire che il dittico sulla giustizia, iniziato con “Per legge superiore”, è destinato a rimanere senza ulteriori sviluppi?

Assolutamente sì. Io non intendo fermarmi sulle cose, non mi interessano dei filoni o dei temi, mi interessano invece i personaggi, anche dovessero essere dei pescatori di Bangkok”.

A proposito: il suo prossimo lavoro?

Qualcosa di completamente diverso da ciò che ho fatto finora, ma ho solo vaghe idee in testa. Poi tornerà in libreria “Terre di Mezzo” un reportage narrativo sugli immigrati già pubblicato nel 2008. Comunque domattina sarò di nuovo al mio posto di lavoro, un’azienda di software per la quale curo la comunicazione. Non ho intenzione di mollarli perché ho vinto questo premio, questo lo considero solo un incoraggiamento a fare meglio”.

Inevitabile sollecitare un paragone fra i giovani degli anni ’70-’80, in cui si svolge il romanzo, e quelli di oggi. Qualcuno sostiene che i tuoi coetanei sono troppo passivi sul terreno dell’impegno sociale…

Può darsi. Si avverte una forte atomizzazione, manca la compattezza sociale di un desiderio di cambiare insieme il mondo. Ma non me la sento di generalizzare, e non amo molto le astrazioni. D’altra parte noi trentenni potremmo rimproverare a voi adulti di averci lasciati in questa situazione”.

Tu ti sei documentato a fondo per raccontare il periodo degli anni di piombo che non hai conosciuto, riuscendovi benissimo. Cosa ne pensi dell’accusa dei terroristi (ma anche dei garantisti), ritornata di recente anche nelle parole di Cesare Battisti, sull’involuzione democratica dello Stato di allora?

Senz’altro c’è stata. Per comprendere questo Autonomiaperiodo bisogna alzare lo sguardo, e considerare, accanto agli attentati di sinistra, l’eversione neo-fascista e le complicità dello Stato. D’altra parte lo stesso giudice assassinato Guido Galli, a cui si ispira il mio protagonista, criticava duramente la legislazione emergenziale rappresentata in primis dalla Legge Reale sull’ordine pubblico. Ancor oggi su questi temi non c’è stata una vera e propria pacificazione, che prendesse in considerazione le ragioni di tutti”.

Un altro aspetto notevole del tuo libro è la finezza con cui tracci le psicologie dei personaggi: i sensi di colpa del protagonista rispetto alla sua famiglia, e in particolare il fragile figlio, il complesso rapporto con la moglie, la dolente figura della madre che non ha mai perdonato la scelta antifascista che ha portato il marito alla morte…

Sono contento che noti queste cose. Il mio infatti non voleva essere un libro su dei temi, ma su delle persone e sul loro rapporto, in particolare quello fra i padri e i figli. Sono queste sfumature psicologiche, che ho ricostruito analizzando alcune dinamiche della quotidianità, che danno spessore ai personaggi, evitando di farne delle figurine schematiche, anche se magari eroiche”.

Intanto Giorgio Fontana è atteso mercoledì sera all’incontro col Campiello che tradizionalmente inaugura Pordenonelegge, ma non ha ancora sciolto la riserva, a causa di un impegno precedente a cui tiene molto.

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UN’ESTATE SUI LUOGHI DI MARIO RIGONI STERN

Non è stata una bella estate, da nessun punto di vista, no? E non parlo solo del clima; basta guardarsi intorno: nelle nostre città, squassate dalla paura e cementate (apparentemente) solo dall’egoismo; nel nostro Paese, con una politica che respinge anche i più volonterosi; in un’Europa divisa e imbelle, per non parlare dell’Ucraina, dell’Iraq, della Cina…

Personalmente mi sono dovuto un po’ astrarre dall’attualità (e trascurare il blog, Facebook, Twitter e quant’altro) a causa – meglio: grazie – a un lavoro di cui vedrete presto i risultati: un lavoro sui luoghi di Mario Rigoni Stern, dunque sui miei luoghi d’origine, che mi ha assorbito buona parte delle vacanze (e delle mattinate e delle nottate). Si tratta di un’applicazione (collegata a un sito) che consentirà a chi ama il nostro Sergente di seguirne le tracce sui suoi monti, a partire dai suoi scritti, grazie alla geolocalizzazione di un buon numero di itinerari. Ma ve ne parlerò presto più diffusamente…

RigoniApp

Nel frattempo posso dire che questa lunga “frequentazione” col Mario – nel marasma mefitico che ci circonda – pur senza distogliermi dalla consapevolezza della drammaticità dei tempi mi ha trasmesso senso della misura, sguardo di prospettiva e spero un po’ della sua saggezza, e dunque la capacità di affrontare il presente con maggiore serenità.

Spero che tutto questo sarà percepito anche dai lettori-utilizzatori, quando il lavoro sarà completato.

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CACCIARI-GALAN, C’ERAVAMO TANTO AMATI…

CacciariGalanMassimo Cacciari – in un’intervista di Roberta Brunetti sul Gazzettino – in merito all’arresto di Galan riconosce di aver avuto una forte sintonia con l’ex governatore su molti progetti (sviluppo dell’aeroporto di Venezia, rilancio del Lido, assetto degli ospedali), poi aggiunge però che è una persona molto leggera, culturalmente e politicamente, anche simpatica dal punto di vista umano… ma del tutto dipendente da Silvio Berlusconi.
Sottoscrivo, per come l’ho conosciuto io: personaggio molto divertente, se dimenticavi per un attimo chi era e da dove veniva, e con spunti interessanti da vero liberale, in particolare sui diritti civili.
Comunque, a parte tutto quello che è emerso negli ultimi tempi sul sistema-Mose, e su uno stile di gestione del potere che evidentemente c’era già a monte, Galan si porta dietro gravissime pecche nella conduzione del ministero dei Beni Culturali, dalle responsabilità nella spoliazione della biblioteca dei Girolamini ad opera del suo “sodale” Massimo Marino De Caro, al tentativo fallito in estremis di allontanare Paolo Baratta dalla presidenza della Biennale, per sostituirlo con l’amico Giulio Malgara.
Ma per tornare a Cacciari voglio riproporvi un perfido divertissement che ho confezionato qualche anno fa, e che lo vede protagonista assieme a Galan…

http://youtu.be/tDIJMmhH4Dk

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VIAGGIO IN SICILIA, TRA BELLEZZA E DEGRADO, CORTESIA E CLIENTELE

IMG_6879In questi giorni i giornali siciliani sono pieni di articoli-geremiadi sulla scarsa redditività turistica del ricco patrimonio artistico e culturale isolano, sulla scorta – oltre che del caso-Pompei – anche del rapporto Symbola-Unioncamere “Io sono cultura – L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”: [Max 4 Col] Oggetto: Sicilia - Allegato:foto.JPGdal documento emerge che non c’è una sola provincia meridionale nella top ten delle dieci province che più traggono ricchezza dalla cultura, mentre il piccolo Trentino, con 1.6 miliardi di euro di spesa turistica attivata dalla cultura, straccia il miliardo e tre della Sicilia – grande, ricchissima di arte e di beni paesaggistici – mentre la Lombardia fa quasi 10 volte tanto.

Sul perché accade questo si imbastiscono dotte analisi, e si organizzeranno certamente dei costosi convegni, ma una full immersion vacanziera come quella che ho fatto nei giorni scorsi nell’isola illustra la situazione meglio di un mare di parole, e aiuta anche a capire… alcune delle ragioni che stanno spingendo fasce consistenti di popolazione veneta a simpatizzare per gli anacronistici richiami indipendentisti.

SI FA IL POSSIBILE PER SCONTENTARE IL TURISTA

[Max 4 Col] Oggetto:  - Allegato:foto.JPGIl fatto è che in Sicilia si fa il possibile per allontanare o irritare il turista, e l’impossibile per dimostrare che “privato è bello” e il pubblico è il male assoluto. Come ha ben elencato nei giorni scorsi sulla Repubblica di Palermo l’antropologo Franco La Cecla raccontando la sua frustrazione per essere accolto (alle 11 di mattina) dal custode del sito archeologico di Iato col dito indice che tamburellava significativamente sull’orologio (“fra meno di un’ora si chiude”): “Indicazioni stradali approssimative, musei con magnifiche collezioni ma abbandonati a una noia grigia di guardiani, tabelle e spiegazioni spesso assenti, bruciate dal sole, e spesso, più spesso di quanto mi aspettassi, chiusure”.

UN LUNGO ELENCO DI ERRORI

Nei vari siti di interesse artistico o paesaggistico (dal Palazzo dei Normanni alla Valle dei Templi ) il personale fornisce informazioni imprecise, e appare più impegnato a discutere dei propri turni di servizio che a rispondere ai visitatori; poi non c’è un centro visite che sia uno, dove il turista possa visionare una cartina, vedere un video descrittivo del sito, informarsi sulle vicende che l’hanno caratterizzato o documentarsi sulle condizioni della visita; alle falde dell’Etna [Max 4 Col] Oggetto: Etna - Allegato:foto.JPG, ad esempio, la sede dell’Ente Parco è difficilissima da trovare, e segue orari proibitivi per il turista; al punto di arrivo delle auto, Piazzale Sapienza, l’addetto alle informazioni è troppo preso dal compito di far pagare agli utenti i 60 centesimi di entrata ai bagni per essere in grado anche di fornire ragguagli sulle modalità di visita alle quote superiori del vulcano; ovunque poi (esclusa la zona del barocco, tra Modica e Ragusa, che invece eccellono) la straordinaria bellezza dei siti è costretta a convivere col degrado, l’arte e la cultura sono imbrattate dall’incuria, dagli intonaci sbrecciati, dall’immondizia abbandonata dove capita. Di ricostruzioni virtuali o applicazioni per la visita nemmeno parlarne, e dove ci sono (Selinunte) funzionano male e sono scopiazzate da Wikipedia; fa eccezione, di nuovo, il caso di Modica, [Max 4 Col] Oggetto: Ragusa - Allegato:foto.JPGche integra benissimo accoglienza tradizionale e nuovi strumenti comunicativi.

LE INEFFICIENZE DEI DIPENDENTI PUBBLICI, L’IMPEGNO DEI GIOVANI

E si potrebbe continuare a lungo con le critiche. In nessun altro luogo al mondo, ad esempio, è tanto evidente la disparità qualitativa fra il servizio offerto dal pubblico e quello del privato, quando sia costretto a misurarsi col mercato e non un prolungamento monopolistico delle clientele: da una parte personale svogliato, che chiaramente occupa il posto che occupa in virtù di una parentela importante o di un’appartenenza politica, dall’altra parte operatori (spesso giovani) molto preparati, intraprendenti, animati da una cortesia che sembra mirata a smentire la nomea di trasandatezza che pesa sulla Sicilia.

LE AUTOSTRADE DELLE GALLERIE (E DELLE SPESE) INUTILI

Per non dire del sovradimensionamento delle infrastrutture, chiaramente determinato dalla volontà di alzare artificiosamente i costi di realizzazione delle opere: basti citare l’autostrada tra Siracusa e Catania, piena di gallerie inutili (e di massicce pensiline di ferro e cemento armato) che evidentemente hanno l’unico scopo di alzare il prezzo dell’opera a beneficio degli appaltatori; ovunque si alzano caselli monumentali in gran parte inutilizzati, perché il pedaggio non si paga; e ovunque le auto si intrufolano dappertutto, ignorando divieti e occupando passi carrai e corsie riservate. Non a caso, viene da pensare, qualche leghista veneto più astuto degli altri vorrebbe l’indipendenza per la Sicilia, più che per la nostra regione…

Tutto questo è un crimine, se confrontato con la ricchezza della cultura, la bellezza dei luoghi, la dolcezza del clima, la prelibatezza dei cibi, anche con l’innata cortesia dei sicilianiSe solo imparassero anche a voler bene a se stessi…

[Max 4 Col] Oggetto: Agrigento - Allegato:foto.JPG[Max 4 Col] Oggetto:  - Allegato:foto.JPG[Max 4 Col] Oggetto: Palermo - Allegato:foto.JPG
[Max 4 Col] Oggetto: Turchi - Allegato:foto.JPG Nelle foto sopra la bellissima Cappella Palatina a Palermo, il teatro di Taormina, l’Etna, un portale barocco a Modica.

Qui a fianco l’Acropoli di Selinunte ela chiesa di San Giorgio a Modica, la Casa Professa a Palermo e la Scala dei turchi a Porto Empedocle

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