LA CRISI ECONOMICA, LE DECISIONI “GIUSTE” E L’INADEGUATEZZA DELLA DEMOCRAZIA

 riscaldamento globale, caldo, summit, rio, democrazia, dittatore, masse, consenso, politica, individuo, bene comune, spread, Germania, Merkel, De Gasperi, ChurchillLa democrazia è del tutto inadatta per gestire i problemi della contemporaneità. E forse anche per assicurarci un futuro. Anche se brutale, è il modo più semplice per dirlo. 

Le enormi disparità di ricchezze fra i popoli, ad esempio, non sono un effetto diretto anche dell’esercizio pratico e quotidiano della democrazia in Occidente, o meglio nei suoi centri commerciali, dove si catalizzano concretamente le differenze di reddito? E i nazionalismi economici che vediamo all’opera in questi mesi, cos’altro sono se non la traduzione sui mercati di una democrazia applicata su scala locale?

Prendiamo l’attuale dramma finanziario che investe l’Europa e rischia di travolgerla. Si parla spesso di conflitto fra politica e finanza, enfatizzando il ruolo dei mercati, ovvero dei grandi speculatori internazionali, nell’aver determinato il disastro. Certo è in buona parte vero, ed è anche vero che le caste, tutte le caste, tendono a governare mantenendo il più possibile intatti i loro privilegi acquisiti, ma c’è anche dell’altro: ad aver innescato la spirale negativa sono state infatti nel recente passato le spensierate politiche del debito pubblico, tutt’altro che impopolari nelle opinioni pubbliche.

STATISTI SONO I POLITICI CHE IGNORANO IL CONSENSO IMMEDIATO

Non solo: quando si parla di statisti, come ha fatto Monti di recente citando De Gasperi, è chiaro che pensiamo a politici in grado di bypassare il problema del consenso immediato, per ragionare in termini di futuro. E’ ad esempio lampante che se la Merkel non avesse il problemino delle prossime elezioni, e quindi il timore di scontentare i suoi elettori sempre più euroscettici, avrebbe già assunto le decisioni necessarie per aiutare i paesi dalle economie più deboli, non per generosità, ma per salvare l’euro e in ultima istanza per assicurare al suo paese la salvaguardia dell’attuale benessere. E’ noto a quasi tutta la classe dirigente tedesca, infatti, che se cominciano a fallire paesi medio-grandi e frana la moneta unica, anche per la Germania le conseguenza saranno drammatiche. Lo sa la classe dirigente, ma tende a ignorarlo la base, che si scalda solo contro l’ipotesi che vengano “regalati” i propri risparmi alle cicale del Sud. Dunque adesso in Germania le misure “giuste” da assumere sarebbero impopolari e dunque antidemocratiche.

LA NECESSARIA ZAVORRA DELLA DIVISIONE DEI POTERI

Ma c’è un altro aspetto della democrazia a renderla poco efficiente su questo terreno: si tratta di una forma di governo strutturata necessariamente in modo frammentato, in cui la divisione dei poteri e i contrappesi politico-istituzionali sono essenziali per evitare eccessive concentrazioni di potere; peccato che questo significhi automaticamente, anche nel caso di decisioni largamente condivise dall’opinione pubblica, un prolungamento dei tempi incompatibile con l’immediatezza della decisioni assunte dagli operatori finanziari sui mercati. Nel caso di attacchi speculativi arriviamo dunque sistematicamente fuori tempo massimo, quando i danni sono stati fatti e i buoi sono scappati.

IMPOTENTI DI FRONTE AL DETERIORAMENTO CLIMATICO

Un altro comparto in cui la democrazia mostra drammaticamente la sua inadeguatezza è nella gestione dei problemi ambientali, e in particolare nella lotta al riscaldamento globale, su cui mi sono già soffermato qui: in questo caso dovrebbero essere assunte adesso delle decisioni lungimiranti ma impopolari e vincolanti per il futuro, per garantirci il fatto di averne ancora uno, mentre invece si riescono ad assumere solo deliberazioni per l’immediato, o a non decidere affatto, come nei vari e inconcludenti vertici sul cima, lasciando che sia l’interesse momentaneo dell’individuo e delle lobby che lo strumentalizzano a determinare di volta in volta le scelte generali.

il-riscaldamento-globale-come-effetto-collaterale-della-demo.html

MA LE ALTRE FORME DI GOVERNO…

Certo, il problema dell’inadeguatezza della democrazia non è di oggi, ma oggi ne vediamo con maggior chiarezza le pesanti implicazioni. Come se ne esca, in realtà – se non con una paziente “cucitura” tra forzature politiche e opera di convincimento, istanze popolari e razionalizzazioni “elitarie” – non lo sa nessuno.  Anche pensare di affrontare i problemi globali (non parlo della localizzazione di un parcheggio, per capirci) potenziando la democrazia diretta mi sembra una utopia magari generosa, ma fra le più pericolose, perchè rischia di enfatizzare gli interessi più ristretti e meschini.

 Già Churchill d’altra parte ai suoi tempi sosteneva che la democrazia è la peggior forma di governo, ad eccezione di tutte le altre già sperimentate…

LA CRISI ECONOMICA, LE DECISIONI “GIUSTE” E L’INADEGUATEZZA DELLA DEMOCRAZIAultima modifica: 2012-07-26T12:57:00+02:00da sergiofrigo
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in economia, Esteri, politica e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

2 risposte a LA CRISI ECONOMICA, LE DECISIONI “GIUSTE” E L’INADEGUATEZZA DELLA DEMOCRAZIA

I commenti sono chiusi.