LE FUTURE ELEZIONI E L’AUTOLESIONISMO DELLA SINISTRA

pd, primarie, elezioni, Renzi, Bersani, D'Alema, Udc, governo, Sel, Vendola, MontiCon l’avvicinarsi delle elezioni cresce proporzionalmente l’autolesionismo della sinistra, che in alcune sue componenti ritiene ancora che per vincere sia più proficuo alimentare le proprie diversità piuttosto che costruire l’unità.

Prendiamo le primarie del Pd, e la bagarre che si è scatenata attorno a Renzi: io spero che vinca Bersani, ma non credo che sarebbe una tragedia se si imponesse il leader dei rottamatori. La tragedia sarebbe probabilmente tutta per i maggiorenti del partito, che infatti col loro fuoco concentrico sul sindaco di Firenze non fanno che confermare l’ipotesi dell’esistenza di un progetto di organigramma futuro disegnato a loro immagine e somiglianza. Si dimenticano tutti una cosa importante: che se dovesse vincere Renzi è lui che dovranno votare e far votare; sarebbe interessante a questo proposito vedere come se la caverebbe Massimo D’Alema, dopo aver dichiarato che Renzi non è adeguato a governare. La cosa che si dovrebbe pretendere da Renzi, piuttosto, è che definisca rapidamente programmi e alleanze, perché non ci si può accontentare dello slogan-scorciatoia che le alleanze si fanno con i cittadini.

In tutto questo la figura più equilibrata mi sembra fortunatamente quella di Bersani, che anche nella competizione non dimentica di essere il segretario di tutto il partito, e con coerenza ha scelto di far svolgere delle primarie aperte e rifiuta la demonizzazione dell’avversario.

 

LE “SPINE” DELL”ALLEANZA CON SEL

Altro capitolo è quello di Vendola, che appena dopo aver incassato l’accordo con Bersani si è messo a contestarne la linea politica e la probabile alleanza con l’Udc dopo le elezioni, senza porsi il problema delle compatibilità economiche di un programma alternativo, e di dove andare a recuperare il consenso necessario per vincere, considerato che allo stato delle cose Pd e Sel insieme raggiungono a malapena un terzo dei voti. Non solo: il leader di Sel è stato preso anche da un’irrefrenabile voglia di sposarsi con il suo compagno, e pare intenzionato a farne una battaglia politica: il che – visti i tempi – sembra finalizzato più che a regolarizzare la sua posizione anagrafica, a impedire il “matrimonio politico” fra la sinistra e il centro.

SPOSARSI CON VENDOLA NON SIGNIFICA DIVENTARE OMOSESSUALI

pd, primarie, elezioni, Renzi, Bersani, D'Alema, Udc, governo, Sel, Vendola, MontiPoliticamente parlando poi, “sposarsi” con Vendola, non significa dover imbarcare anche i suoi compagni e addirittura diventare omosessuali, né in tema di alleanze, né di opzioni programmatiche: nel primo caso la metafora è semplice, e riguarda l’eventuale unione con Di Pietro, che in questa fase apparirebbe del tutto incongrua viste le posizioni “eccentriche” assunte sulle questioni più svariate dal leader dell’Idv.

IL PD DEVE ASSUMERE UNA VALUTAZIONE CHIARA SULL’ATTUALE GOVERNO

Ma la questione ben più delicata è quella politica, che investe l’atteggiamento e la valutazione del Pd nei confronti del governo Monti. Scegliere le alleanze future, e decidere il programma con cui affrontare la prossima legislatura, significa implicitamente giudicare la linea politica portata avanti in questi mesi: accettare un’alleanza con Vendola (che peraltro pure io reputo quella più naturale) non deve voler dire automaticamente assumerne la valutazione critica sul governo tecnico. Ciò significherebbe, per il Pd, riconoscere di essere stato complice, in questi mesi, di un governo liberista, eterodiretto dalle banche e corresponsabile del disastro attuale dell’Italia. A mio modesto avviso, non è così, e se il Pd si acconciasse a questa analisi si condannerebbe a una posizione minoritaria e priva di prospettive per il futuro: andrebbe invece ribadito che il governo, pur fra qualche errore e molte carenze di sensibilità sociale, ha fatto le cose che si dovevano fare, che non le banche, ma l’Europa e la situazione economica globale, ci richiedevano; anche se a causa della situazione parlamentare (dove ancora Pdl e Lega hanno la maggioranza) non le ha fatte nel modo giusto, rinunciando ad esempio ad una maggiore equità nella ripartizione dei sacrifici.

LE PROSPETTIVE DEL FUTURO GOVERNO

E questa ricalibratura – non la totale rimessa in discussione delle riforme appena approvate – sarà compito del nuovo governo politico, che auspicabilmente toccherà alla sinistra. Su questa premessa poi sarà possibile anche costruire delle nuove alleanze che rendano possibile governare conservando la riconquistata credibilità internazionale: alleanze che al momento non vedo possibili che con l’Udc, pd, primarie, elezioni, Renzi, Bersani, D'Alema, Udc, governo, Sel, Vendola, Montisemprechè essa non finisca per farsi attirare dalle sirene del Pdl eventualmente depurato da Berlusconi, o dalle parole d’ordine neo-liberiste di Giannino-Montezemolo, che potrebbero piuttosto costituire la base per la costituzione di una nuova destra italiana, finalmente europea e non populista.

LE FUTURE ELEZIONI E L’AUTOLESIONISMO DELLA SINISTRAultima modifica: 2012-09-08T11:45:51+02:00da sergiofrigo
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