PARTITI PERSONALIZZATI E NON DEMOCRATICI: ECCO PERCHÉ IL PAESE È BLOCCATO

Bossi.jpegA margine della polemiche (e relative espulsioni) Berlucristo.jpegin casa leghista, vorrei buttare là due riflessioni preoccupate sul grado (basso) di democrazia all’interno dei partiti, e di conseguenza nel paese: è un caso che i due partiti di maggioranza – Pdl e Lega – siano di fatto prima di tutto due formazioni politiche personalizzate, nelle quali non è tollerato il dissenso dai rispettivi leader, che decidono in totale autonomia la linea del partito e il destino dei sottoposti? E nei quali la leadership – si tratti di Berlusconi o di Bossi – non è contendibile da decenni?

 

PDL E LEGA: DUE LEADER A VITA

Per spiegarmi meglio: è democratico un partito in cui non sia possibile a nessuno concorrere alla leadership perché essa è assegnata a vita al fondatore e leader? Ed è normale che praticamente nessuno si ponga il problema di quali ricadute questa mancanza di democrazia interna ha sul funzionamento generale del sistema politico, soprattutto nel momento (interminabile) in cui queste formazioni detengono il potere? O non è anche questo un segnale di assuefazione a una forma di democrazia insufficiente e imperfetta?

MA QUASI TUTTI I PARTITI SONO COSÌ

Casini.jpegPerché gli effetti che tutto questo ha sul sistema politico generale – ed è il secondo spunto di riflessione – sono devastanti: se ci guardiamo intorno scopriamo infatti che ormai la stragrande maggioranza dei partiti sono organizzati in questo modo, cioè sono basati sull’adesione acritica al leader invece che sul libero confronto delle idee e sulla concorrenza fra diversi aspiranti dirigenti. Leader che ovviamente scelgono i propri sottoposti per cooptazione, in base alla fedeltà piuttosto che alla capacità e all’autonomia di pensiero. Escluso il Pd – che infatti è messo alla berlina per il suo frequente ricorso alle primarie e che ha fatto fuori tre o quattro leader in tre anni – non c’è partito che non sia costruito attorno allaVendola.jpeg persona intoccabile del suo capo. È concepibile il Fli senza Fini, l’Udc senza Casini, l’Idv senza Di Pietro (forse qui c’è un accenno di concorrenza interna con De Magistris), persino Sinistra, Ecologia e Libertà senza Vendola?

IMPOSSIBILE LA CRESCITA DELLE IDEE E DELLE LEADERSHIP

Forse è il momento storico che premia la personalizzazione in tutti i campi, anche in questo, ma a me sembra tanto una scorciatoia di un ceto politico (ma anche di una società nel suo insieme) che non sopporta più la sfida dell’elaborazione del pensiero, il peso dell’organizzazione e della ricerca del consenso, la fatica del confronto fra le diverse posizioni. All’estero non funziona così, infatti negli Usa, in Francia, in Germania i leader sono sulla scena politica da un tempo infinitamente più breve del nostro, e gli stessi presidenti in carica si vedono mettere in discussione la loro leadership all’interno stesso delle proprie formazioni. In Italia invece preferiamo affidarci a un manager, un segretario, un capo, nella speranza che sia la persona giusta per risolvere i problemi senza che noi dobbiamo preoccuparcene in prima persona. E poi ci stupiamo se non c’è ricambio al vertice, se i giovani non trovano spazio, se la società sembra addormentata e incapace di scrollarsi di dosso questa coperta soffocante?

 

PARTITI PERSONALIZZATI E NON DEMOCRATICI: ECCO PERCHÉ IL PAESE È BLOCCATOultima modifica: 2011-03-02T12:06:59+01:00da sergiofrigo
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