LE MOSCHEE E LA LIBERTÀ RELIGIOSA: ZAIA FINGE DI ESSERE D’ACCORDO COL PATRIARCA SCOLA

Scolazaia.jpgUno stucchevole minuetto, quello andato in scena ieri a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico alla Facolta di Teologia di Venezia, sul tema della nuova sala di preghiera dei musulmani, progettata a Grantorto (Padova), ma contrastata dalla popolazione e dall’amministrazione.

«Il diritto alla libertà di religione o è intero o non è – ha detto il patriarca di Venezia, card. Angelo Scola, rispondendo a una domanda su queste polemiche – Quindi non può non essere anche un diritto di culto. Il problema però è giudicare caso per caso: si tratta di vedere con concretezza se c’è dietro una comunità reale che ha bisogno di questa realtà oppure no». «L’utilizzo di questa sala di preghiera – ha aggiunto il patriarca – deve essere realmente solo una espressione di culto richiesta da questa comunità e non una forma di propaganda di alcuni paesi mediorientali nella nostra realtà. In secondo luogo la sala deve inserirsi armonicamente nella lunga tradizione cristiana delle nostre terre, e ciò può rendere opportuna o inopportuna la scelta di un luogo piuttosto che di un altro».

 

IL GOVERNATORE “CHIERICHETTO”
A queste parole ha replicato, prevedibilmente, il presidente della Regione Luca Zaia che si è detto pienamente d’accordo con il patriarca di Venezia: «Intervento opportuno che entra nel merito della questione, che non è la libertà religiosa che non va negata a nessuno – ha detto Zaia – Il patriarca dice con chiarezza che queste sale di preghiera devono essere esclusivamente luoghi di culto per le comunità musulmane che vivono sul nostro territorio. Nel momento in cui si dovesse scoprire che diventano luoghi di propaganda, è un diritto della collettività che le ospita difendersi. Bisogna evitare in tutti i modi che la libertà religiosa possa essere confusa con la propaganda terroristica. Proprio per questo, in più occasioni, ho sollecitato i rappresentanti religiosi delle comunità islamiche a rivolgere le loro esortazioni in lingua italiana come segno di buona volontà per una coesistenza pacifica e nel reciproco rispetto».

PER LA LEGA LA LIBERTÀ DI CULTO NON ESISTE

Ricapitolando, dunque: poiché non si è mai visto realizzare una moschea senza che la Lega esprimesse la sua durissima contrarietà, con motivazioni sempre diverse, se ne deduce che in realtà in tutti i casi precedenti e anche in questo i fedeli musulmani intendevano fare della moschea non un luogo di culto ma “di propaganda terroristica”. O Zaia ha dunque degli informatori in grado di prevedere il futuro, oppure siamo in presenza di un caso da manale di processo alle intenzioni. Forse è più onesto Gentilini che – alla faccia della libertà religiosa – barrisce che i musulmani devono andare a pregare a casa propria. E che non ha neppure mai tollerato che pregassero all’aperto.


LE MOSCHEE E LA LIBERTÀ RELIGIOSA: ZAIA FINGE DI ESSERE D’ACCORDO COL PATRIARCA SCOLAultima modifica: 2011-03-03T02:52:45+01:00da sergiofrigo
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