I dati resi noti ieri dall’Istat sul rischio povertà per un italiano su tre, ci dicono una cosa molto chiara: che ci sia o meno Monti in lizza, oppure che ci sia solo la sua agenda, sottoposta alla firma di tutti i partiti non populisti, oppure che non ci sia niente di tutto questo almeno in questa formulazione, alcuni punti saranno comunque necessariamente all’ordine del giorno delle prossime elezioni e della nuova legislatura; e su questo farebbero bene a confrontarsi i partiti, piuttosto che ricorrere alle solite, abusate promesse (tipo “toglierò l’Imu”).
In ordine, dunque, bisogna proseguire nel risanamento dei conti pubblici, che è già stato avviato ma evidentemente non ancora completato:e questo è la base per continuare ad ottenere credito a livello internazionale; bisogna assicurare maggiore equità sociale, avviando politiche redistributive che ridiano del denaro da spendere ai cittadini (continuando ad assicurare anche le coperture sociali ai ceti più deboli); ma almeno contestualmente bisogna riprendere a produrre ricchezza, cioè rilanciare la crescita, perchè se non ci sono risorse disponibili, non si possono certo redistribuire: e una grossa parte dei risparmi ottenuti dai tagli radicali già effettuati, e da quelli previsti, deve essere indirizzata a questo scopo. Tutti i cittadini devono essere chiamati a contribuire in relazione alle loro ricchezze, ma il sistema politico deve assicurare che non un euro vada sprecato.
E’ chiaro che si sta parlando della quadratura del cerchio, ma è qui che si vedrà la differenza fra il governo dei tecnici e quello, futuro, dei politici.
Su Monti e la sua agenda segnalo questo intervento del senatore Paolo Giaretta
http://www.paologiaretta.it/2012/12/che-succede-se-monti-si-presenta/