È possibile – anche nell’attuale crisi – garantire qualcosa di più a chi ha meno, senza togliere nulla a chi ha appena qualcosa? Questa è la questione di fondo che si agita dietro il confronto, appannato dall’ideologia, fra governo e sindacati sulle questioni del lavoro (ma anche nel braccio di ferro con le categorie sulle liberalizzazioni).
La risposta non la so, ma noto che da una parte del tavolo c’è il dilagare del credo liberista che punta tutto, per lo sviluppo, sulla corsa solitaria dell’individuo al successo, dall’altra ci sono le resistenze corporative o sindacali di chi non accetta di mettere in discussione i diritti acquisiti.
Bisogna dunque trovare il modo di affrontare la questione dell’articolo 18, e più in generale le strategie per promuovere lo sviluppo e insieme tutelare i lavoratori, senza scivolare nell’”accademismo ideologico” dei professori oppure nella difesa di diritti a volte astratti (astratti perché riferiti ad un lavoro che non c’è, soprattutto nel caso dei giovani).
CHI VUOLE CORRERE, CORRA, CHI VUOLE CAMMINARE, CAMMINI
Io credo che dovrebbe valere un principio di base, che a mio parere dovrebbe ispirare anche la nostra intera vita di relazione soprattutto nelle sue valenze pubbliche: tra flessibilità e rigidità mi piacerebbe che si imponesse un sistema – che mi sembra insieme riformista e liberale (non liberista) – in cui chi vuole camminare non sia obbligato a correre per sopravvivere, ma in cui chi vuole correre non sia costretto a rallentare il passo per aspettare i camminatori o trascinarsi dietro gli immobilisti.
I DUE CACCIATORI E IL LEONE
Bisogna smontare, in altre parole, la morale cinica che sta dietro alla storiella dei due cacciatori assaliti dal leone, dopo che i loro fucili hanno fatto cilecca: al primo, che gli chiede perché perde tempo a mettersi le scarpe da corsa quando il leone correrà sempre più forte di lui, il secondo risponde: “Il leone correrà più forte di me, ma io correrò più forte di te…”
Fuor di metafora, la flessibilità dovrebbe partire dalle leggi, assicurando tutele e condizioni di base a tutti, ma garantendo al tempo stesso benefici maggiori a chi sia disponibile a mettere sul piatto maggiore impegno, idee migliori e minori garanzie. È da questi che può ripartire la crescita, purché gli altri non vengano gettati in pasto al leone.