VERSO LE ELEZIONI: ALLEANZE E PROGRAMMI, TUTTI I… CASINI DEI DEMOCRATICI

casini-dalema.jpgIl centro-destra, sia pure fortunosamente, si è ripreso il Molise, mentre nei sondaggi de La 7 il Pdl è tornato in testa alle preferenze degli italiani, sopravanzando il Pd. Non solo: secondo un sondaggio di Ballarò il 70% degli italiani non ritiene che il centrosinistra sia in grado di risolvere i problemi del Paese. Si tratta di segnali da non sottovalutare, per il centrosinistra, perché dicono che in caso di elezioni il successo è tutt’altro che scontato. Segnali preoccupanti anche perché arrivano nel momento in cui Berlusconi è al minimo del consenso personale, e trascina in basso il suo partito: che comunque come si vede non tracolla.

Anche da questa consapevolezza nasce, probabilmente, l’insistenza con cui D’Alema (ma anche Bersani, in fondo) persegue un’alleanza con l’Udc: agganciare Casini & c. oggi, finché sul ring politico c’è ancora Berlusconi, e quindi il Terzo Polo non ha molta libertà di manovra, e portarlo ad una grande alleanza anti-Cavaliere anche con Vendola e Di Pietro. E poi assieme, forti di un 60% di consensi, affrontare una difficile prova di governo, con tutti gli ulteriori tagli che saranno necessari e un consistente pacchetto di riforme liberalizzanti.

L’analisi, se è questa, è condivisibile, anche se appare un po’ troppo politicistica nella proposta, e non fa i conti fino in fondo con gli umori e i desideri di Casini e dei suoi, che potrebbero dialogare proficuamente con il Pd, come suggerisce Pierferdy, ma molto difficilmente con Vendola e Di Pietro. Senza contare che un’alleanza Pd-Udc senza Idv e Sel aprirebbe voragini nell’elettorato democratico, proiettando Vendola-Di Pietro oltre il 20%. 

IL TERZO POLO DA SOLO ALLE ELEZIONI

E se poi lo scenario attuale cambiasse? E se davvero il Cavaliere, come pensano tutti, non si presenterà da candidato premier alle prossime consultazioni, e anche Bossi si tirasse finalmente indietro? Cosa farebbero a quel punto Casini-Fini-Rutelli, che giustamente hanno fatto della “rimozione” di Berlusconi una pregiudiziale insormontabile? Io sono propenso a credere che correrebbero da soli, con la prospettiva di portarsi a casa qualche decina di parlamentari (solo l’Udc nelle ultime elezioni si è conquistata sul campo, con l’attuale legge, circa 35 deputati e 5 senatori): e questo con la motivazione “ufficiale” che Alfano è un “prolungamento” di Berlusconi (e quindi poco “credibile” come leader autonomo)  ma quella reale, anche se non esplicitata, che difficilmente Fini potrebbe allearsi con la sinistra, e altrettanto difficilmente Rutelli con la destra.

A mio parere però comunque un tandem Alfano-Maroni avrebbe ottime chances di riprendersi buona parte dei voti conservatori oggi in libera uscita, piazzandosi a ridosso del centrosinistra.

NEL DOPO-BERLUSCONI L’UDC POTREBBE TORNARE ALL’OVILE

A quel punto diventerebbe determinante anche più di adesso il Terzo Polo, che già in Molise ha dimostrato di poter essere il valore aggiunto di ogni coalizione (soprattutto in presenza delle liste di Grillo che rubano voti a sinistra).

E allora è probabile che le convergenze programmatiche sarebbero più facili con Pdl-Lega, e soprattutto che il “pacchetto” che potrebbe essere offerto dalla destra a Casini sarebbe piuttosto allettante: supportare un governo Alfano-Maroni in cambio dell’elezione a presidente della Repubblica (di recente a La 7 con un lapsus rivelatore Pierferdy si è già definito tale). Va sempre ricordato che Casini (e ancor più i suoi elettori) si sentono alternativi alla sinistra, e quindi più propensi ad allearsi con un “nuovo” centro-destra che con Vendola e Di Pietro.

A quel punto per il centrosinistra si aprirebbe di nuovo la strada dell’opposizione.

LA SINISTRA ALLA QUADRATURA DEL CERCHIO

VendolaBersani.jpgE dunque? Io credo che la strada maestra per il Pd sia ancora quella dell’alleanza con Di Pietro e Vendola, ma che per evitare una connotazione troppo schierata sia necessario controbilanciarla con un programma molto pragmatico e riformista e una leadership fortemente innovativa, capace di di contrapporsi mediaticamente al carisma di Vendola ma soprattutto di dialogare con il centro, sia con gli elettori che con i vertici: questo significa ad esempio in questo momento assumersi in prima persona il disagio della piazza indignata, senza però necessariamente farne proprie le ricette (il default controllato, tanto per dirne una). Una quadratura del cerchio, mi rendo conto, estremamente complicata: per realizzare la quale, e lo dico con rammarico, temo che il bravo Bersani non sia adeguato, come dimostra l’andamento non esaltante dei sondaggi.

VERSO LE ELEZIONI: ALLEANZE E PROGRAMMI, TUTTI I… CASINI DEI DEMOCRATICIultima modifica: 2011-10-19T11:24:00+02:00da sergiofrigo
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