CAPITALE DELLA CULTURA, DOPO LA BOCCIATURA EMERGONO LE SPINE FRA VENEZIA E IL NORDEST

Fra tutti i discorsi seguiti alla bocciatura della candidatura di Venezia col Nordest a capitale della cultura il più importante riguarda a mio parere proprio il tema del rapporto fra i due poli su cui si articolava il tentativo, cioè la relazione (storicamente complicata) fra il capoluogo lagunare e il suo entroterra allargato. Un nodo da sempre irrisolto, e che la bocciatura romana rischia di tagliare definitivamente invece che dipanare; e che dipanare sarà sempre più difficile, stante la tendenza alla frammentazione tipica della nostra epoca, che investe e delegittima ogni istanza (dall’Europa in giù)

che tenti di superare gli ambiti strettamente locali. Perché questo era il valore aggiunto di una candidatura che per la prima volta vedeva Venezia – come ha sottolineato il sindaco Orsoni – mettere a disposizione il suo “marchio” (non si sa quanto convintamente, aggiungo io) per promuovere il territorio retrostante, oltre a sperimentare il valore economico di un investimento nella cultura. In sostanza, il tentativo di dare anima e sangue ad una costruzione virtuale come il Nordest, o di insufflare un soffio vitale in una sorta di utopia politico-amministrativa come la “città metropolitana”, che rischia di nascere (se mai nascerà) come mero agglomerato infrastrutturale.

SCARSA CONVINZIONE SULLA CANDIDATURA, A VENEZIA E NELL’ENTROTERRA

Ma la bocciatura romana rischia di vanificare questi buoni propositi, oppure è figlia della loro inconsistenza pratica, cioè tecnica e soprattutto sociale? Non entro nel merito delle caratteristiche richieste dal bando, o da una prassi che vede premiate sostanzialmente città (o aree continentali)

caratterizzate da spessore storico ma da difficoltà contingenti (e non è certo il caso di Venezia coi i suoi 30 milioni di turisti, né – ancora – del Nordest). Rilevo però che prima la campagna preparatoria, poi l’esito negativo, hanno lasciato sostanzialmente indifferente l’entroterra nordestino (escluso Bolzano, che ci aveva investito più di tutti), mentre buona parte della Venezia pensante ha salutato con soddisfazione la bocciatura, timorosa com’era che l’eventuale accoglimento della candidatura avrebbe significato per la città ancora più turismo, ancora più stravolgimento sociale, ancora più attacchi al cuore ferito della città. In buona sostanza – a causa anche di una scarsa capacità politica e di una cattiva comunicazione in materia – sono venuti alla luce due “partiti” (sarebbe meglio dire tornati alla ribalta, visti gli illustri precedenti storici) profondamente divisi sulla visione dei destini (comuni o separati) di Venezia e del Nordest e sulla portata, la dimensione, il ruolo della “città metropolitana”, ma senza che questo riuscisse a far decollare a Venezia e nel Nordest un vero e approfondito dibattito che non fosse inquinato da personalismi e sospetti di interessi privati dietro l’”operazione capitale”.

PERCHE’ LA COLLABORAZIONE E’ NECESSARIA

C’è qualcosa di patologico in tutto questo, che la bocciatura – facendo venir meno il momento aggregante – rischia di aggravare, producendo un effetto centrifugo soprattutto nelle aree più estreme dal Nordest – Bolzano e Trieste (ma anche Verona) – che possono legittimamente pensare che senza Venezia avrebbero potuto giocarsi meglio le proprie chances, e che ora saranno sempre più tentate di puntare le proprie carte sulle rispettive specificità storico-geografico-culturali. Ma se una ridefinizione dei confini culturali può anche essere opportuna (cosa c’entra l’Alto Adige col Veneto?) il resto del territorio deve porsi la questione di come rapportarsi a Venezia, uscendo dall’equivoco che la vuole di volta in volta cattiva matrigna o insostituibile madrina di qualsiasi iniziativa.

Venezia a sua volta – svuotata di residenti e riempita all’inverosimile di turisti – dovrebbe comprendere che la propria unicità a livello mondiale rischia di decretarne anche la futura asfissia senza un fecondo interscambio con un entroterra reale, che a partire dalle proprie eccellenze funzioni da filtro verso la città e insieme ne vivifichi il tessuto sociale.

 

CAPITALE DELLA CULTURA, DOPO LA BOCCIATURA EMERGONO LE SPINE FRA VENEZIA E IL NORDESTultima modifica: 2013-11-21T11:57:25+01:00da sergiofrigo
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