DALLA THATCHER A RENZI. L’ITALIA E LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO MANCATO

Thatcher, De Magistris, Renzi, cambiamento, nuovo, Bersani, italiani, PdMargaret Thatcher, Luigi De Magistris, thatcher,de magistris,renzi,cambiamento,nuovo,bersani,italiani,pdMatteo Renzi: cosa li lega?

Si possono leggere tutte queste figure alla luce del cambiamento, effettivo o mancato.

Qualcuno, alla morte della Lady di ferro, ha detto che gli inglesi sono dei rivoluzionari mascherati da conservatori. Volevano il cambiamento, dopo anni di statalismo associativo, e lei gliel’ha dato, anche a costo di spaccare in due il paese. Al contrario noi italiani saremmo dei conservatori mascherati da rivoluzionari, che il cambiamento lo vogliamo solo a parole, oppure per gli altri.

 

DE MAGISTRIS, DALLE STELLE ALLE STALLE

Thatcher, De Magistris, Renzi, cambiamento, nuovo, Bersani, italiani, PdThatcher, De Magistris, Renzi, cambiamento, nuovo, Bersani, italiani, PdLa parabola di De Magistris alla guida del Comune di Napoli sembra confermare questa analisi: in due anni ha esaurito il consenso che nel 2011 lo aveva portato trionfalmente alla guida della città, e adesso sembra essere diventato – come si è visto dalle recenti violente manifestazioni – uno dei sindaci più invisi di sempre. Diciamo che De Magistris si era profuso, in campagna elettorale, in promesse decisamente azzardate, e adesso paga la frustrazione di chi lo aveva preso in parola, ma i motivi scatenanti dell’ultima protesta sono stati i suoi tentativi di riorganizzazione della convulsa circolazione napoletana, con l’introduzione della Ztl. Certo il sindaco di Napoli è il classico esempio di rincorsa ad un nuovo che rivela la sua inconsistenza di fronte alle ferree leggi dell’amministrazione, dell’economia e della politica, di cui il grillismo è solo l’ultima manifestazione italiana.

VOGLIA DI NUOVO E RESISTENZA AI MUTAMENTI

Ma chiunque nel nostro paese abbia cercato sul serio di cambiare le cose, ai più diversi livelli, ha dovuto fare rapidamente i conti con un’ostilità crescente, e fare rapidamente marcia indietro: basta vedere che fine hanno fatto i proclami riformisti della prima fase del governo Monti, o come sono state ridotte dal governo Berlusconi le prime lenzuolate di Bersani che intaccavano finalmente interessi e privilegi consolidati.

A dispetto del nuovismo a oltranza in Italia negli ultimi vent’anni di veri cambiamenti non ce ne sono stati, come ha scritto ieri Beppe Severgnini sul Corriere: “Berlusconi è stato il cambiamento mancato. Prodi il cambiamento tradito. D’Alema il cambiamento negato. Grillo il cambiamento velleitario e gridato”.

Anche Bersani dice di volere un governo di cambiamento, anche se per gli italiani lui è ormai inevitabilmente l’uomo dell’usato sicuro, e alle spalle ha un apparato e una cultura che appaiono (anche loro malgrado) più ancorati a una solida tradizione che proiettati nel futuro.

RENZI: CAMBIARE L’ITALIA (E IL PD) SENZA CAMBIARE GLI ITALIANI

E Renzi? Criticando la sinistra ha detto che essa vuole cambiare gli italiani, mentre lui vuole cambiare l’Italia. A me sembra che per cominciare egli voglia cambiare soprattutto i democratici. Qui non entro nel merito, ma osservo solo che se presa seriamente la parola d’ordine del cambiamento in Italia è molto rischiosa, produce consenso immediato, ma dissenso profondo non appena si comincia ad applicare. “I dirigenti italiani – scrive ancora Severgnini – non dirigono, ma seguono. Non provano a cambiarci perché sanno che noi non vogliamo assolutamente cambiare, e ci accontentiamo di un declino languido”.

Meglio ancora, direi che quelli che funzionano meglio e durano più a lungo sono quelli che il cambiamento lo annunciano continuamente, ma senza farlo. Berlusconi non sono vent’anni che annuncia una rivoluzione liberale?

DALLA THATCHER A RENZI. L’ITALIA E LA SFIDA DEL CAMBIAMENTO MANCATOultima modifica: 2013-04-13T12:27:00+02:00da sergiofrigo
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