SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO: LA VITTORIA DI ASOLO E LE TANTE SCONFITTE QUOTIDIANE

Asolo3.jpgIeri sera ad Asolo, col rinvio del consiglio comunale, la battaglia per la salvaguardia del territorio è finita con una vittoria, anche se la guerra è tutt’altro che conclusa. asolo-la-retromarcia-salta-il-consiglio-sul-pat-1.6859472 Ma se ci guardiamo intorno di battaglie così, anche se molto meno eclatanti, ne perdiamo ogni giorno, spesso con la nostra stessa complicità. Non ci sono solo le mega lottizzazioni – alla Veneto City, per esempio – ma anche le nuove infrastrutture, i parcheggi che si mangiano pezzi di parco, il piazzale davanti a casa asfaltato, i garage che si insinuano fra le abitazioni, l’ampliamento continuo delle superfici abitative. Un fenomeno esploso negli ultimi decenni, col risultato che (vado a memoria a partire da una ricerca della Fondazione Benetton) negli ultimi 50 anni nel Nordest si è consumato più territorio che nei 20 secoli precedenti. E non si è ancora preso atto che il territorio è una risorsa limitata, come tutte le altre, che non si può sprecare come se si riproducesse all’infinito.

 

DANNI ESTETICI E DANNI ECONOMICI (FRANE E ALLUVIONI)

I danni più evidenti sono quelli estetici, con la trasformazione del paesaggio verde in un agglomerato continuo di case, strade, capannoni. allagamentosoave.jpgMa poi ci sono danni strutturali, che quando si verificano comportano spese enormi per la collettività e grandi sofferenze per i cittadini: penso alle frane da escavazioni (vedi Monselice in questi giorni), ma soprattutto alle sempre più frequenti inondazioni determinate dalla cementificazione del territorio, che non riesce più ad assorbire le precipitazioni.

LA PREVALENZA DELL’INTERESSE INDIVIDUALE SU QUELLO COLLETTIVO

È una triste eredità quella che consegnamo ai nostri figli! Ma perché accettiamo tutto questo? La risposta è semplice: perché prevale l’interesse individuale immediato, rispetto a quello collettivo e a lungo termine. Perché 100 metri quadrati di terreno con sopra una baracca, valgono molto di più di 100 metri vincolati a verde. Figuriamoci quando c’è di mezzo la grande speculazione che magari ha dei milioni di dubbia provenienza da investire! E costruire porta lavoro, quindi consenso fra coloro che ne beneficiano a breve termine. I costi di tutto questo invece li scopriremo solo più avanti, quando sarà troppo tardi per rimediare, e a farsene carico dovrà essere l’intera comunità, e non certo coloro che hanno guadagnato a suo tempo costruendo.

NESSUN NUOVO METRO QUADRO CEMENTIFICATO SENZA UN NUOVO METRO DI VERDE

Come se ne esce? Bisognerebbe che mobilitazioni anche emotive come quella di Asolo in questi giorni riuscissero a trasformarsi da un lato in comportamenti individuali improntati ad un’ecologia della vita quotidiana (trasporto collettivo, meno sprechi, riciclo, etc), e dall’altro in un sentimento collettivo capace di influenzare la politica, costringendola a compiere scelte più selettive sulle opere che davvero servono alla collettività, e magari a introdurre delle misure compensative per cui ad ogni metro quadro edificato o asfaltato corrisponda un metro quadro riportato a verde. In fondo ci sono zone in Germania (ad esempio tra Stoccarda, Francoforte, Dusseldorf) che viste sulla cartina sembrano un’unica conurbazione, e se ci passi in mezzo sembra di attraversare un parco: segno che si possono conciliare infrastrutture efficienti, sviluppo industriale e tutela del paesaggio.

Purtroppo noi abbiamo accumulato su questo terreno almeno cinquant’anni di errori, e con gli attuali chiari di luna rimediare appare un’utopia. Ma almeno non farne di nuovi!

SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO: LA VITTORIA DI ASOLO E LE TANTE SCONFITTE QUOTIDIANEultima modifica: 2013-04-11T11:52:00+02:00da sergiofrigo
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in ambiente, economia, Nordest. Contrassegna il permalink.