ANGELO SCOLA A MILANO. I CHIAROSCURI DEI SUOI ANNI A VENEZIA

 Scola.jpegIl cardinal Angelo Scola diventa dunque arcivescovo di Milano: è un bene o un male? Sarà davvero – come teme qualcuno – l’uomo di Cl che “normalizzerà” una diocesi tradizionalmente molto aperta, dando al tempo stesso ulteriore filo da torcere al neo sindaco Giuliano Pisapia?

Come tutte le personalità strabordanti Angelo Scola divide, prima di tutto i suoi sacerdoti e i suoi fedeli. Anche se non ne troverete traccia sui giornali di domani (né su quelli del passato, per la verità) di commenti acidi sul patriarca ne girano infatti molti a Venezia, prima di tutto di essere più un fine teologo e un grande manager che un “buon pastore”, e in secondo luogo di aver accumulato con le sue iniziative un bel po’ di debiti, che si troverà a gestire il successore.

Ma come per tutte le personalità complesse, un giudizio univoco su di lui è impossibile da tracciare, viste le molteplici sfaccettature delle sue attività, spirituali, culturali e politiche.

MARCIANUM E OASIS, DUE INIZIATIVE IMPORTANTI, NON SOLO PER VENEZIA

Possiamo dire a titolo di esempio e senza tema di smentita che l’operazione del Marcianum, il polo pedagogico-accademico del Patriarcato, e il Centro internazionale di studi sui rapporti con l’Islam con la rivista Oasis, da lui fortemente voluti, hanno inciso e continueranno a incidere in profondità sul tessuto religioso, intellettuale, forse anche economico di Venezia, contribuendo a frenarne (si spera) anche il declino antropologico; e naturalmente l’elaborazione teologica, filosofica e culturale sviluppata attorno a questo polo, influenza già in profondità il dibattito su questi temi all’interno della Chiesa e non solo.

E anche sui temi della laicità e della bioetica il patriarca ha scritto libri e pronunciato interventi che hanno lasciato il segno, scegliendosi a volte interlocutori laici molto agguerriti per dibatterne pubblicamente.

MA NON HA DIFESO TETTAMANZI DAGLI ATTACCHI LEGHISTI

Dall’altro canto non si può non citare l’estrema attenzione con cui Scola ha gestito la sua immagineTettamanzi.jpeg pubblica, muovendosi sul terreno politico con un’accortezza che raramente ha lasciato spazio alla generosità. Mi spiego con un esempio che riguarda proprio il suo predecessore a Milano, Dionigi Tettamanzi, ma potrebbe andar bene anche per altri prelati di frontiera. Scola, come si sa, ha approfondito e divulgato il concetto di meticciato di civiltà, per illustrare gli inevitabili processi di ibridazione con cui deve fare i conti la moderna società multietnica. Una posizione illuminata, se non altro nel senso che prende atto di una realtà concreta che altri (soprattutto nella politica) si ostinano ideologicamente a rimuovere per mero interesse elettorale: una posizione che non gli ha impedito però di essere eletto dalla Lega e in particolare dal governatore Zaia (autodefinitosi “crociato cristiano”) come interlocutore politico-religioso privilegiato.

Ebbene, che mi risulti tutte le numerose volte che il cardinal Tettamanzi è stato duramente attaccato proprio dalla Lega per le sue aperture sul tema dell’immigrazione, mai che si sia levata dal “carissimo confratello” cardinal Scola (come l’ha chiamato proprio Tettamanzi ieri) una voce in sua difesa, per fermare gli attacchi e zittire  i sedicenti fedeli con Crocifisso e Sole delle Alpi. La motivazione? “Sull’argomento si è già espressa la Cei, Conferenza episcopale italiana”.

E così i cristiano-padani hanno sempre potuto nascondersi attorno alla sua sottana. Ecco perché ieri a Milano, il capogruppo leghista in Comune, Matteo Salvini, era esultante.

ANGELO SCOLA A MILANO. I CHIAROSCURI DEI SUOI ANNI A VENEZIAultima modifica: 2011-06-29T02:17:00+02:00da sergiofrigo
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