“CARO FRIGO, VOLEVO PROPRIO ESSERE ZAIA…” IL GOVERNATORE UN ANNO DOPO

“Caro Frigo, allora, a un anno di distanza, ti sei ricreduto su di me e sulla Lega?”

Firmato: Luca Zaia

 

Caro governatore,

Zaia.jpeglo so che Lei è convinto (ho visto la sua intervista al Tg veneto, e altre ne ho lette sui giornali) di aver governato alla grande nel suo primo anno in Regione, e di avere fatto delle scelte destinate a lasciare il segno negli anni futuri, in particolare sul versante del risanamento della sanità, della razionalizzazione delle spese, e anche nella gestione del dopo alluvione. Ha parlato inoltre del suo impegno al fianco dei lavoratori (quelli veneti, naturalmente) che negli ultimi 12 mesi sono stati investiti dalla crisi e hanno perso il loro posto di lavoro. E avrebbe potuto citare anche – se solo le avessero concesso qualche secondo in più – le iniziative per far sentire i veneti più fieri di appartenere alla loro regione (e anche le accorte manovre per farli sentire un po’ meno fieri di essere italiani…)

Cosa ne penso io, ho immaginato che mi chieda ora, un anno dopo la sua elezione e il mio libro in cui spiegavo perché non ce la facevo proprio a diventare leghista?

 

LEI SI PROMUOVE GIA’ A PIENI VOTI, IO VEDO UN PASSO APPESANTITO…

Forse la sorprenderò, e forse deluderò qualcuno dei miei amici di sinistra, ma io penso che, di questi tempi, un anno sia molto poco per giudicare compiutamente i risultati di un’amministrazione. Buon per lei se – fatto il debito auto-esame – ritiene di potersi promuovere a pieni voti. A me pare in verità una valutazione un po’ troppo auto-indulgente, soprattutto alla luce delle tante aspettative seminate durante la campagna elettorale (e stiamo ancora aspettando le ricadute del federalismo); vedo la sua azione un po’ appesantita, tipica di chi si propone come sprinter ma invece deve scalare dei passi dolomitici, perché questo dev’essere amministrare oggi… E inoltre registro la tipica difficoltà di guardare avanti e lontano propria di un partito (qui concordo con De Michelis) che si caratterizza invece per una visione “ristretta e di breve periodo”, tutta legata agli umori basilari dei propri elettori: ne deriva anche la difficoltà nel fare sintesi fra le diverse istanze che nascono dai territori, visto che il localismo esasperato alimenta spinte che mal si conciliano con la realizzazione di grandi interventi strategici che nell’immediato (vedi il percorso della Tav) determinano qualche disagio per alcune aree o alcune categorie.

… MA SO CHE AMMINISTRARE RICHIEDE TEMPI LUNGHI

Ma in generale, per quanto mi riguarda, proprio perché mi sono chiare le difficoltà e i tempi lunghi del governare, mi impongo di sospendere il giudizio sul suo operato, in attesa di vedere qualcosa di più sul piatto della bilancia.

Non posso esimermi però dal valutare il suo stile di governo, le parole d’ordine che si è dato, le priorità che é sembrato assumere come guida della sua azione, e anche l’impronta comunicativa, che ha sempre avuto un’importanza decisiva (e continua ad averla: si vedano le sue uscite sulle fiction televisive… anti-venete) nella sua azione. Ebbene, qui sì ci sarebbe molto da dire. Ma niente paura, ho già scritto un libro su di lei, e non intendo fare il bis.

UN GOVERNATORE “ORTODOSSO” E I “DO SCHEI DE MONA”

Mi limiterò dunque a sintetizzare un concetto portante, a partire da quello che su di lei avevo scritto proprio in “Caro Zaia…” E qui posso dire che Lei non mi ha deluso, perché ha agito, in buona sostanza, nel modo che mi aspettavo: un “manager ortodosso”, l’avevo definita, si ricorda? Nel senso di un leghista che pur senza mai assumere i toni beceri che molti nel suo partito prediligono, non li ha quasi mai rinnegati, né ha mai assunto posizioni eccentriche, o quanto meno autonome, rispetto alle parole d’ordine di via Bellerio. Anzi no, in verità un’uscita estemporanea c’è stata, appena eletto, sulla diffusione della pillola abortiva… stoppata con decisione da Bossi e mai più riesumata.

Per il resto, allineato e coperto. Lo si è visto da subito sulla ritardata composizione della giunta, e più di recente sulla questione delle celebrazioni del 150enario dell’Unità d’Italia, laddove il suo concorrente alla corsa in Regione, Flavio Tosi, nel nome della rappresentanza istituzionale, ha saputo assumere atteggiamenti ben più coraggiosi dei suoi. E le volte che pronunciarsi in un modo o nell’altro sarebbe inevitabilmente risultato scomodo o impopolare, Lei ha ricordato (e scusi l’irriverenza) il tipico motto delle campagne venete “meio ‘ver do schei de mona in scarsea che passar par massa svejo”, che sarà poco “governatorile” ma al momento paga…

PRIMA DI TUTTO LEGHISTA E SINDACALISTA DEL VENETO

Zaiapadano.jpgMi pare dunque di poter dire, riassumendo, che ho sempre avvertito in lei, piuttosto che l’autorevole governatore di una grande regione italiana ed europea, proiettata nel futuro, e l’interprete istituzionale e illuminato delle diverse anime di questa regione (quelle dissidenti comprese), prima di tutto l’esponente di un partito, la Lega, che guarda al qui e ora (e magari anche al prima), e subito dopo il sindacalista deciso e smaliziato degli interessi veneti. Questo – ne sono convinto – suonerà per lei e per buona parte dei suoi elettori come un grosso complimento. Per me, invece, un po’ meno…

Ecco, caro governatore, questo le avrei scritto se Lei mi avesse davvero rivolto la domanda che ho citato all’inizio. Porti pazienza, sa, fra due giorni è il primo aprile… E buon lavoro.

S.F.

 

“CARO FRIGO, VOLEVO PROPRIO ESSERE ZAIA…” IL GOVERNATORE UN ANNO DOPOultima modifica: 2011-03-29T11:52:42+02:00da sergiofrigo
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