IL 25 APRILE NON E’ LA FESTA DI TUTTI

Condivido quanto scritto da Claudio Magris oggi sul Corriere: spiace dover tornare ancora una volta su questi temi, ribadire concetti che si pensavano acquisiti una volta per tutte nella coscienza nazionale. E invece non lo sono.

E’ vero che alcuni partigiani ne hanno combinato di cotte e di crude, che altri hanno costruito sulla Resistenza carriere invidiabili, che fra i giovani aderenti alla Repubblica di Salò c’era chi combatteva sinceramente per la patria e per l’onore: ma se avessero vinto loro la nostra storia sarebbe stata un lungo incubo, e non saremmo certo qui a discutere liberamente di questi temi.

Il 25 aprile è stato il coronamento di una lotta di Liberazione dal dispotismo, la fuoriuscita dalla paura e dalla prevaricazione, una scommessa sulla giustizia e la pace, e questo e non altro si ricorda in questa ricorrenza. Perciò questa non può essere la festa di chi non si riconosce in questi valori, di chi vuol dividere il paese, di chi vuole ricostituire forme di populismo autoritario. Ma nemmeno di chi pretende di zittire gli altri a suon di petardi e lanci di uova, come successo a Roma e a Milano.

Il fascismo, per riproporsi, non ha bisogno di dichiararsi. Può presentarsi sotto spoglie sempre nuove e diverse, magari più moderne e accattivanti che nel passato. Sta a noi riconoscerlo e combatterlo.

Estratto dall’articoloCom’è triste dover difendere la resistenza“, a firma di Claudio Magris, pubblicato il 26 aprile  sul Corriere della Sera:

Se la strumentalizzazione retorica della Resistenza nel dopoguerra era falsa e insopportabile, ora lo è – altrettanto e di più – non tanto la sua contestazione, quanto l’untuoso revisionismo col quale i politici oggi al potere cercano di falsificare la Resistenza per intaccare la Costituzione che è nata anche e soprattutto da essa. Proprio un ritocco dei punti ritoccabili della Costituzione, ossia un momento di necessari cambiamenti, esige quale premessa la forte coscienza di ciò che, nel mutamento, ha da restare intoccabile ossia di quei principi che senza la Resistenza non avrebbero potuto essere affermati.

Se c’è una cosa che non vorremmo, è dover ripetere parole d’ordine antifasciste, che speravamo mai più necessarie. Ma è possibile che, a malincuore, dovremo farlo.

IL 25 APRILE NON E’ LA FESTA DI TUTTIultima modifica: 2010-04-27T02:30:00+02:00da sergiofrigo
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