IMMIGRATI: le classi dirigenti sono più accoglienti

Segnalo i risultati di un sondaggio sugli atteggiamenti sociali verso l’immigrazione pubblicato da Mattino-Nuova-Tribuna il 25 aprile, eseguito dalla Fondazione Nord Est intervistando 122 esponenti della classe dirigente del Nordest: imprenditori, politici, esponenti della finanza, della cultura, del sindacato, del volontariato e della Chiesa etc.

Emerge un dato eclatante, che è la dimostrazione lampante della tesi sostenuta anche nel mio libro “Caro Zaia vorrei essere leghista ma proprio non ci riesco”: le classi dirigenti sono molto più accoglienti nei confronti degli stranieri del resto della società.

Due dati: solo il 12.6% degli intervistati si dice d’accordo con la tesi secondo cui “gli immigrati sono un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone”; alla stessa domanda posta di recente da Demos per il Gazzettino ad un campione di 1048 persone rappresentative dell’intera società hanno risposto affermativamente oltre il 40% degli intervistati.

Dati analoghi sul diritto di voto per gli immigrati: 68.3% di favorevoli fra la classe dirigente, solo il 42,8% fra gli intervistati della Fondazione Moressa per il Corriere del Veneto su un campione rappresentativo di tutta la popolazione.

Al di là del merito delle opinioni espresse, si tratta di cifre che evidenziano una grande scollatura tra i diversi ceti sociali nella nostra società, e che dimostrano quanto lavoro ci sia da fare per trovare su questi temi una base di partenza condivisa, su cui basare le scelte politiche future.

Immigrati & lavoro La professionalità farà la differenza

il mattino di Padova — 25 aprile 2010   pagina 12   sezione: REGIONE

di Davide Girardi

 

VENEZIA. Gli immigrati costituiscono ormai una risorsa fondamentale per il Nord Est. La loro presenza sarà sempre più caratterizzata da profili professionali elevati e, per questo, i prossimi ingressi dovranno essere più selezionati. Agli immigrati vanno progressivamente attribuiti i diritti di cittadinanza ma, nello stesso tempo, i processi di integrazione devono essere guidati fin dalla scuola. Sono questi gli esiti principali dell’ultima rilevazione One condotta dalla Fondazione Nord Est sulla classe dirigente del Nord Est, con il contributo di Intesa Sanpaolo. Sul versante occupazionale, gli intervistati testimoniano la convinzione che la richiesta della componente qualificata eroderà quella generica.

 

IL SONDAGGIO

Per il 51,2% degli intervistati, infatti, nei prossimi anni aumenterà la domanda di immigrati qualificati, contro il 35,5% di quanti ritengono che essa rimarrà stabile. Poco più di un intervistato su dieci si dice convinto che la richiesta di lavoratori immigrati qualificati osserverà una diminuzione. Specularmente, sarà la componente meno qualificata a ridimensionarsi: è previsto un decremento dal 48,7% degli intervistati, una sostanziale stabilità per il 23,1% e un incremento per il 28,2%.

Alla luce della recente congiuntura economica, si è voluto sondare il clima d’opinione della classe dirigente anche per quanto concerne i temi che, nondimeno, trascendono gli aspetti strettamente economici e chiamano più ampiamente in causa i percorsi di partecipazione sociale.  Le risposte del panel, in merito, attestano un deciso orientamento verso un’immigrazione percepita come «normale» anche per il futuro. Si prenda, ad esempio, l’affermazione per cui «gli immigrati sono un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone»: quasi nove intervistati su dieci (87,4%) si dichiarano poco o per nulla d’accordo; una quota pressoché identica a quanti (89,3%), invece, concordano con l’affermazione per cui «gli immigrati daranno un contributo sempre più importante alla società italiana».

Nemmeno i presunti pericoli per l’identità della società di arrivo, da tempo elemento di acceso dibattito, raccolgono consensi significativi: solo il 16,5% dei testimoni privilegiati si dichiara molto o moltissimo d’accordo con l’affermazione; una quota che cresce in corrispondenza dell’affermazione per cui «è necessario puntare a una maggiore partecipazione sociale degli immigrati» (92,6%). Sette intervistati su dieci (70,3%) concordano poco o per nulla con l’idea che l’Italia abbia esaurito le proprie potenzialità di accogliere nuovi immigrati («gli immigrati nel nostro Paese sono già troppi, non è possibile accoglierne altri»); per il 64,5% andrebbe anzi ripristinato il meccanismo di chiamata diretta. In coerenza con le indicazioni riportate in precedenza, il campione si divide sull’urgenza per le imprese del Nord Est di nuovi lavoratori immigrati: con l’affermazione «per le imprese della sua regione il bisogno di lavoratori immigrati non è più urgente», infatti, si dichiara poco o per nulla d’accordo una maggioranza limitata (il 55,4%).

Il registro delle valutazioni, che paiono assegnare centralità allo sviluppo di politiche inclusive, non cambia focalizzando l’attenzione sui figli dell’immigrazione. Per ogni paese europeo, essi hanno rappresentato un mutamento qualitativo: tanto per i giovani di origine straniera, che sviluppano richieste superiori rispetto ai genitori, che per la società in cui essi crescono. Così è, e sarà, anche per l’Italia e il panel di intervistati ne appare consapevole: il 68,3% si dichiara molto o moltissimo d’accordo con la necessità che gli immigrati residenti possano votare alle amministrative, una percentuale che raggiunge l’80,2% considerando l’ipotesi che i figli di genitori stranieri nati in Italia ottengano subito la cittadinanza. Un tema, questo, che trova una maggioranza di soggetti concordi (59%) anche con la possibilità di ridurre il tempo di acquisizione per i residenti. Sembrano aver lasciato il segno, per altro verso, le discussioni in merito alla possibilità di inserire una quota massima di alunni stranieri per classe: tre quarti degli intervistati giudicano l’idea con favore (75,2%). Il Nord Est del futuro, allora, sarà plurale: presa d’atto che alla classe dirigente pare non sfuggire.

IMMIGRATI: le classi dirigenti sono più accoglientiultima modifica: 2010-04-27T10:32:00+02:00da sergiofrigo
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