Anche se in… clausura per impegni inderogabili e di lungo corso, non posso esimermi dall’esprimere brevemente e schematicamente qualche considerazione sulla straordinaria vittoria che abbiamo conseguito a Padova (e uso l’aggettivo non a caso: le condizioni erano proibitive) e sulle scadenze che ci aspettano. Oltre a ringraziare di cuore, naturalmente, gli elettori padovani.
Dopo la parentesi da candidato riprendo dunque la mia funzione di osservatore (interessato e naturalmente coinvolto) mettendo nel conto che non tutti i miei eccezionali compagni di viaggio condivideranno per intero ciò che scriverò…
1 – Il risultato di domenica è stata innanzitutto la risposta della città al referendum che Bitonci aveva indetto su di sè: la paura che ha agitato per tutta la campagna elettorale, e anche la feroce determinazione a tornare per vendicarsi, hanno finito per rivoltarsi contro la sua persona. Il nostro miglior alleato è stato proprio lui.
2 – Noi (e parlo in primis delle liste di Arturo Lorenzoni) siamo stati bravi ad intercettare la paura di Bitonci che serpeggiava in città, e a trasformarla in una proposta positiva, partecipata, emotivamente coinvolgente, che ha riportato in tanti alle urne. Ma fare della nostra esperienza un caso emblematico, da “clonare” su scala nazionale rischia di essere fuorviante.
3 – Non va sottovalutato l’apporto di tutta la compagine che ha sostenuto Sergio Giordani, anche di settori del centro-destra, anche dei vituperati Zanonato, Destro, Giaretta, Degani, Gottardo (persino Bordin) che SENZA RITORNI DIRETTI (per quanto ne so) hanno speso la loro residua influenza per scongiurare ciò che sapevano essere il peggio per Padova: una città non agibile politicamente per gli avversari dell’ex sindaco.
4 – L’eterogeneità della nostra compagine, qualche sfasatura nei programmi, le aspettative più o meno legittime (personali e/o politiche) di chi si sente vincitore non renderanno facile amministrare la città. Ma proprio perché abbiamo ottenuto dalla città un’occasione irripetibile, dobbiamo essere all’altezza della sfida: perderla avrebbe effetti devastanti, in tempi brevi e di lungo termine.
5 – Quello che ci vuole adesso è grande, reciproca generosità: individuare subito i punti che uniscono tutta la compagine (sociale e periferie, innanzitutto), mettere a punto risposte rapide, concrete e visibili, ridurre al minimo i veti reciproci e contenere le rivendicazioni di bandiera che mettono in difficoltà gli alleati: su quelle sarà il caso di mettere in conto mediazioni di lungo respiro. Sindaco e vice-sindaco dovranno essere i garanti della collegialità della giunta, e gli assessori gli interpreti presso le rispettive parti… Ma qui mi fermo, i padovani non hanno mica eletto me!