L’ASSENZA DELLA REGIONE VENETO AL PREMIO RIGONI STERN DENOTA INDIFFERENZA PER LA CULTURA E PER LA MONTAGNA

CoronaSternRivaSpiace, davanti a una festa di popolo e di cultura, com’è stata la serata del Premio Mario Rigoni Stern sabato sera a Riva del Garda, doversi occupare per l’ennesima volta dell’assenza della Regione Veneto nei suoi rappresentanti istituzionali. Com’è noto ha vinto Mauro Corona per il suo libro “La voce degli uomini freddi”: “Questo riconoscimento è un riscatto per la mia vita scellerata, per la quale Mario Rigoni Stern non mancava di sgridarmi – così lo scrittore del Vajont (nella foto di Giuseppe Mendicino con Alberico Rigoni) ha commentato sabato sera il conferimento del premio intitolato al Maestro asiaghese – Ora magari posso permettermi di dirmi, guardandomi allo specchio, “forse ce l’ho fatta ad uscire dall’inferno””.

LA CONFESSIONE DI MAURO CORONA: “SCRIVENDO RIESCO A DIMENTICARE IL MIO PASSATO”

Lo scrittore-scultore-scalatore ertano naturalmente ha tenuto banco, nel confronto con Paolo Rumiz, Luca Mercalli (che ha tenuto una lectio magistralis sul clima) e l’ex presidente nazionale del Cai Annibale Salsa, mostrando però il suo lato più raccolto, inquieto e indifeso: si è soffermato sul senso del limite che deve essere recuperato nella nostra società e dentro ognuno di noi, e ha approfondito le ragioni del suo scrivere con l’aiuto di qualche testimone importante, da Cecov (“scrivo per lottare contro l’oblio”) a Brodskij (“per salvare qualcosa della nostra civiltà personale”), spiegando a sua volta di scrivere “perché mi diverte, mi tiene in piedi, mi fa compagnia: scrivendo dimentico il mio passato, scolpendo non ci riesco”.

LA CANZONE UCRAINA AMATA DAL “SERGENTE”

La serata ha poi conosciuto un momento di grande intensitàIMG_6192 con Bepi De Marzi, altro grande amico di Rigoni Stern, che ha affidato ad un giovane ensemble di fiati del locale Conservatorio una sua toccante elaborazione della canzone popolare ucraina “Misjac na bedi” (La luna è nel cielo), che parla di un soldato che ritrova il suo amore da cui è stato a lungo lontano, e che fu cantata a Mario Rigoni Stern e alla moglie Anna (commossa) da un gruppo di giovani a Kiev prima del loro rientro in Italia dopo un viaggio sui luoghi della ritirata di Russia.

LA REGIONE ANCORA UNA VOLTA ASSENTE, LA DENUNCIA DEL SINDACO

L’unica nota stonata è venuta, come anticipato, dalla Regione Veneto, che ancora una volta è stata assente con i suoi rappresentanti istituzionali, facendosi rappresentare (ma solo dopo pressanti richieste del Comune di Asiago e della famiglia dello scrittore) da un funzionario del settore cultura, latore di una lettera del presidente Luca Zaia. E questo nonostante l’assessore alla cultura nonché vice-presidente regionale Marino Zorzato lo scorso anno avesse promesso ufficialmente (proprio in un intervista che gli avevo fatto per il Gazzettino) di esserci “il prossimo anno, e anche quello dopo”. Il sindaco di Asiago Andrea Gios non ha mancato di sottolineare lo sgarbo, con parole di fuoco: “Su questo tema c’è un’insensibilità che non riesco a spiegarmi. Non si rendono conto a Venezia che se andiamo avanti di questo passo Rigoni Stern se lo “annettono” i trentini, che tanto affetto gli stanno dimostrando? Non basta investire dei soldi nel Premio (la Regione stanzia 10mila euro, poco meno dei trentini, ndr), bisogna essere presenti, altrimenti sono soldi buttati”.

In ogni caso non si può non registrare che in quattro edizioni del Premio (due ad Asiago e due a Riva) la Regione si è fatta rappresentare (e due sole volte) solo da dirigenti, senza mai la presenza di un esponente politico.

UN DISINTERESSE CHE ALIMENTA LE SPINTE SECESSIONISTE DELLA MONTAGNA

È evidente a questo punto che c’è un problema, non saprei se fra Palazzo Balbi e la cultura tout court, oppure con la montagna o l’Altopiano, magari in relazione alla questione del Piano Casa regionale fortemente osteggiato dal Comune di Asiago. Certo questo atteggiamento non fa che alimentare le spinte secessioniste verso il Trentino Alto Adige che investono tutta l’area montana al confine fra le due regioni: altro che Veneto separato dall’Italia, come vogliono gli indipendentisti! I montanari se ne vogliono andare da Venezia, che sentono lontana e indifferente alle problematiche di un territorio in cui vivere è più complicato che altrove, ma che è essenziale per il mantenimento degli equilibri idrogeologici ed ecologici dell’intera regione, come non si stancava di ripetere Mario Rigoni Stern.

Se ogni tanto qualcuno dei referendum separatisti non ottiene il quorum, come è avvenuto domenica nel Comelico Superiore, è solo perché tra gli elettori vengono conteggiati anche gli emigranti residenti all’estero iscritti all’Aire: ma se si contassero solo i voti dei residenti la volontà di “emigrare” in Trentino sarebbe largamente maggioritaria.

Venezia però continua a non avvertirlo.

L’ASSENZA DELLA REGIONE VENETO AL PREMIO RIGONI STERN DENOTA INDIFFERENZA PER LA CULTURA E PER LA MONTAGNAultima modifica: 2014-04-01T13:59:05+02:00da sergiofrigo
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