DOPO ROMA: IL CASO GIULIANI E LA SCARSA CREDIBILITA’ DELLE ISTITUZIONI

Sulla giornata di guerriglia urbana a Roma, ieri ho riportato su Facebook in un paio di post la seguente frase di Giuliano Giuliani, il padre di Carlo, il giovane ucciso nel 2001 a Genova durante il G8.
“Molte cose tra quelle che sono accadute a Roma ricordano il G8 di Genova. Una di queste è l’incapacità delle forze ordine di bloccare questo centinaio di autentici delinquenti, alcuni dei quali hanno scritto sul blindato danneggiato ‘Carlo Vive’. Mescolare Carlo in questa vicenda da parte di questi farabutti è una delle cose più indegne, indecorose e schifose che possano fare. Come già successo a Genova – ha aggiunto Giuliani – un gruppetto di miserabili delinquenti sta cercando di distruggere il valore di una grande  manifestazione. Alcuni manifestanti o molti sono stati feriti nel tentativo di  isolare questi farabutti. Le forze dell’ordine avrebbero dovuto fermarli. Perchè non lo hanno fatto?”
L’ho riportata perchè in un post precedente avevo auspicato una presa di distanza della famiglia Giuliani dai criminali che scrivendo “Carlo vive” su un furgone dei carabinieri dato alle fiamme ritengono di vendicare il giovane ucciso a Genova. E l’ho commentata (troppo) brevemente così: “Giù quelle mani sozze da Carlo Giuliani”.

UN EPISODIO CHE INCIDE SUL NOSTRO PRESENTE
Su quella frase si è scatenata una vivace discussione, su cui ho deciso di intervenire per evitare fraintendimenti: perchè a mio parere da quell’episodio deriva molto di quanto è accaduto sabato a Roma, e di quanto potrebbe accadere nei prossimi, duri mesi che ci aspettano.
CARLO, VITTIMA MA NON EROE
Innanzitutto, come ho già scritto più volte, Carlo Giuliani è una vittima (come lo è il suo assassino, il carabiniere Mario Placanica) ma non certo un santo o un eroe, da additare ad esempio ai coetanei.
In secondo luogo: Giuliano è il padre. E’ logico che difenda la memoria del figlio, rimuovendo il fatto che probabilmente sabato a Roma Carlo sarebbe stato tra i facinorosi: attenzione, però, il contesto violento a volte trasforma le persone più inoffensive in criminali, salvo restituirle immediatamente dopo alla normalità. Altro è il caso di coloro che hanno organizzato la rivolta, disseminando con largo anticipo la città di scorte di “armi”.
In terzo luogo: è lodevole che Giuliano Giuliani (e anche la moglie Heidi) abbia tolto ogni copertura ai violenti, e abbia ricordato ai giovani indignati che la violenza porta solo male, a chi la riceve ma anche a chi la compie (oltre ad essere politicamente per nulla conveniente).
LE TERRIBILI COLPE DELLE ISTITUZIONI
E qui passiamo al discorso sulle forze dell’ordine e sulle istituzioni. Anch’io sono del parere che vadano SEMPRE rispettate: fino a prova contraria non siamo in un regime dittatoriale, il che giustificherebbe anche la rivolta violenta. Il problema è che in Italia i primi a non rispettarle sono gli stessi uomini delle istituzioni: Berlusconi che vuole scatenare le folle contro i tribunali è rispettoso delle istituzioni? I vertici dello Stato che promuovono i capi della polizia condannati a Genova, sono rispettosi delle istituzioni? Gli stessi funzionari che fabbricano false molotov per inguaiare dimostranti innocenti, rispettano la loro divisa, lo Stato, i cittadini che dovrebbero difendere? E decenni di stragi e depistaggi dove li mettiamo? E i parlamentari che vendono il voto di migliaia di elettori per lucrare una poltrona in cambio dell’appoggio a un governo a dir poco screditato?
COME DIRE CREDIBILMENTE AI RAGAZZI CHE SI DEVONO FIDARE?
E allora come facciamo noi adulti a dire ai ragazzi giustamente indignati che devono rispettare le istituzioni, fidarsi delle forze dell’ordine, credere che davvero lo Stato abbia a cuore il loro futuro? Come si fa a smentire, con la credibilità necessaria, chi sospetta che dietro i black bloc ci siano agenti infiltrati? Bisogna farlo, certo, ma come si fa a non sentirsi ingenui o falsi mentre glielo si dice?
C’è indubbiamente nichilismo in questi giovani, e c’è la malafede di chi li sta strumentalizzando, e c’è anche l’irresponsabilità di chi, troppo a lungo, ha flirtato con loro, liquidandoli come “compagni che sbagliano”. Ma io credo che le dimensioni incongruamente imponenti che questi fenomeni hanno assunto in Italia abbiano davvero dietro anche quelle terribili colpe dello Stato, e in particolare della destra italiana.

 

DOPO ROMA: IL CASO GIULIANI E LA SCARSA CREDIBILITA’ DELLE ISTITUZIONIultima modifica: 2011-10-17T18:18:35+02:00da sergiofrigo
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