DA NAPOLITANO A ZANZOTTO: LA FORZA E LA POESIA DEI GRANDI VECCHI

Napolitano2.jpegzanzotto3.jpgCi lamentiamo, giustamente, che l’Italia non è un paese per giovani. Ma nel leggere la lettera che l’ottantaseienne Giorgio Napolitano ha inviato al novantenne Andrea Zanzotto per il compleanno mi è venuto da dire che per fortuna qualche vecchio custodisce e mantiene viva la memoria, senza tentare in tutti i modi di apparire giovane, e ha ben presente la differenza fra l’autorità (che ha sempre a che vedere con l’etica) e il losco esercizio del potere e della ricchezza che caratterizza in questi anni la nostra politica.

Mi piace proporre questa lettera, per la sua sobrietà e per la forte denuncia della deriva morale e civile da cui non riusciamo a riemergere, ma anche per il richiamo all’antifascismo, su cui intendo tornare a parte, dopo le polemiche leghiste proprio di ieri.

E sotto pubblico invece la bellissima poesia letta da Andrea Zanzotto nell’occasione, tratta da “Dietro il paesaggio”, poesia d’amore e di malinconia, che a me richiama un quadro impressionista.

“CONTINUI A FARCI SENTIRE QUESTA SUA LIMPIDA VOCE”

Caro Zanzotto,

riceva il più affettuoso augurio, per un così bel compleanno, da un suo vicino di età. E non solo di età: perché altre vicinanze ci legano, avendo entrambi vissuto epoche cruciali come quelle della fine del fascismo e della successiva fioritura democratica, e condiviso frequentazioni culturali e umane. È rimasta parte importante della mia formazione la Padova del 1942-43, in cui la mia famiglia si trasferì da “sfollata” per l’infierire della guerra su Napoli, e io conclusi al Liceo Tito Livio e incrociai (in libreria Draghi, ricorda?) le alte figure dell’Università antifascista. Mi aprii allora al gusto della poesia, impersonata per me anche da Diego Valeri, cui lei è stato particolarmente vicino; e scoprii quel Montale – rimasto a me sempre caro più che ogni altro contemporaneo – che lei ha giustamente difeso dalla sciocca etichettatura di “afascista” (quanti giovani come me lessero i suoi versi in chiave anti fascista).

  Le sono vicino, caro Zanzotto, nella visione della poesia come “sentimento del tempo”, e sono tra i tanti che ammirano la ricchezza di motivi ispiratori e di accenti con cui l’ha come tale rappresentata. Nell’orizzonte più vasto, poi, dei suoi interessi culturali e civili, ritrovo i fili, a me familiari, non solo di un percorso “tra politica e utopie” come quello da lei rievocato, ma dell’ancoraggio alla Resistenza e alla Costituzione, e dell’idea di “un’unità del paese, messa in campo fin dal Medioevo” sul terreno della storia letteraria.

E colgo in lei la vigile attenzione e il fermo richiamo a valori essenziali dinanzi ai guasti subiti dalla società e dallo Stato, al diffondersi non solo della corruzione ma di una “volgarità fatua e rissosa”, di “spinte sgangherate” e di “bassi sentimenti”.

La ringrazio per questa severità appassionata dei suoi messaggi, per l’amore che rivolge alla natura ferita così come alla gente del suo Veneto – una volta “povera e serva” – sempre faticatrice, ora anch’essa presa in quel “progresso scorsoio” che turba noi tutti.

Continui, caro Zanzotto, a farci sentire questa sua limpida voce. Con amicizia.

 

Giorgio Napolitano

(da “Nessun consuntivo” Ed. Antigua)

 

 LA’ SUL PONTE


Là sul ponte di san Fedele

 dove la sera abbonda


di freddo fieno


e dove la pioggia raccoglie


tutte le sue vele madide


c’è da ieri una fanciulla bionda


che ha un nome come una corona


e che ha perduto per sempre


una mano per salutare una rosa.


Sulle rive oscure del fieno


c’è una nave di pioggia


abbandonata dalla notte.


Dalle stretture delle sorgenti

 là si libera talvolta


la dalia abbigliata di rosso


e illumina la crisalide


intricata del sole.


Là un animale azzurro


deperisce nella sua tana


e l’estate legata dalla neve


non conosce altro frutto che se stessa.


Cosi siamo.

Andrea Zanzotto

DA NAPOLITANO A ZANZOTTO: LA FORZA E LA POESIA DEI GRANDI VECCHIultima modifica: 2011-10-11T17:28:41+02:00da sergiofrigo
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