SCENA 1
“L’uomo da noi ammirato, amato, servito, era un grottesco a pavido ciarlatano; e non lui solo, ma tutti noi, che ci credevamo così scaltri a seguirlo, eravamo degli imbecilli”.
“Ogni italiano, tanto per cominciare, ha da risolvere un problema angosciosissimo, e tutto suo personale. Questo: “Come fu mai possibile che io abbia seguito e servito un uomo così mediocre, un tale spaventoso coglione?” (1)
SCENA 2
“E’ ora di aprire una stagione nuova. Con idee nuove, uomini nuovi, linguaggi nuovi. Perché, direbbe mio padre, “non era questa l’Italia che sognavo; derisa all’esterno e miserabile al suo interno”. Silvio deve uscire di scena nel modo giusto, non può essere travolto dal ridicolo”. (2)
SCENA 3
“Per un buon ventennio la maggioranza si acconcia a riconoscere nel Duce il salvatore del paese e l’”uomo della Provvidenza”. E metà del popolo italiano sembra oggi letteralmente innamorata di Berlusconi qualsiasi cosa dica o faccia, con grande scorno dell’altra metà”. (3)
1) Giovanni Ansaldo, “Diario di prigionia”, 27 aprile 1945 e 18 giugno 1945, sulla ignominiosa cattura del Duce e la sua uccisione (“Coloro che ridono della fine di Mussolini non capiscono che essa disonora tutta l’Italia, e le imprime più che mai in fronte il marchio di “Carnival Nation”. Una fine tragica sarebbe stata più onorevole per tutti: per lui, per noi, per il paese”)
2) Stefania Craxi, 18 aprile 2011, intervista su Berlusconi
3) Mario Isnenghi, “Storia d’Italia. I fatti e le percezioni dal Risorgimento alla società dello spettacolo”, Laterza, aprile 2011.
DOMANDE:
Perché periodicamente la maggioranza del paese si innamora dell’uomo della Provvidenza, che la prende in giro, le toglie autonomia e dignità e la trascina nel ridicolo?
Perché la storia passa invano e non ci insegna niente?
Se la “La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia la seconda come farsa” (come diceva Marx), cosa accadrà alla caduta di Berlusconi?