VIOLENZA SULLE DONNE: IL BLUFF DEL GOVERNO

donne.jpgIn vista dell’8 marzo sono comparsi in giro per le città i maxi manifesti che pubblicizzano il numero verde del Ministero delle pari opportunità contro la violenza sulle donne, il 1522. Iniziativa lodevole, se non fosse che quel numero nasconde la sostanziale inanità del Governo in materia: in pratica il Ministero (con un milione di euro in due anni) finanzia solo il call center (e qualche iniziativa sporadica), ma a prestare il servizio reale di assistenza, accoglienza, psicologico e legale ci devono pensare i centri anti-violenza sul territorio, spesso retti dal volontariato e in condizioni di totale precarietà. Anche se in seguito alla campagna promozionale del ministero le richieste delle donne maltrattate e il conseguente impegno richiesto ai centri si è moltiplicato.

Ora, con i tagli generalizzati dei fondi alle Regione e ai Comuni, il bluff governativo si svela, perché la funzionalità e la stessa sopravvivenza dei centri anti-violenza è messa pesantemente a rischio, come testimonia il caso di Padova, che conosco da vicino e di cui vi segnalo l’appello diffuso ieri. Ma la situazione, se vi fate un giro su Internet, è la stessa in tutto il paese.

 

8 marzo 2011

Un’altra festa della donna

Festa internazionale della donna: una giornata per riflettere e discutere sulla reale situazione della donna nel mondo, in Italia, a Padova.

 

 

Padova, 4 marzo 2011– Sono ancora tante, troppe le donne maltrattate in Italia. I dati sono allarmanti anche a Padova. Ma l’indignazione e la rabbia delle persone non è assolutamente proporzionale all’ampiezza del fenomeno.

Nel 2010 ben 276 donne hanno chiesto sostegno psicologico e legale al Centro Veneto Progetti Donna. La maggior parte, 231, avevano subito violenza.

Sono tante, ogni anno sempre di più, per la maggior parte italiane, ma anche molte straniere.

Subiscono violenze ripetute e spesso hanno figli minori che devono proteggere e crescere.

Arrivano al Centro antiviolenza attraverso vari canali, principalmente inviate dai servizi sociosanitari, dalle forze dell’ordine, ma anche attraverso il web e il 1522, il numero antiviolenza della Presidenza del Consiglio.

La paura, l’inadeguatezza, il senso di colpa, la mancanza di prospettive, di lavoro, di legislazioni adeguate, spesso costringono le vittime a rimanere con i loro carnefici, che impuniti agiscono ancora più forti nella loro violenza.

“È difficile il percorso di uscita dalla violenza, dallo sfruttamento, dalla schiavitù, perché di quella si tratta quando la tua casa diventa una prigione dalla quale non puoi fuggire perché non ci sono alternative -afferma Patriza Zantedeschi, coordinatrice del Centro Veneto Progetti Donna-. Il sostegno psicologico a volte non basta, soprattutto nei casi più gravi, dove c’è bisogno di proteggere la donna dal rischio di venire uccisa, perché le minacce sono all’ordine del giorno. C’è bisogno anche a Padova di strutture, come le case di accoglienza per donne che decidono di fuggire da situazioni di violenza. Solo così il sostegno alle donne sarà reale, efficace e duraturo.”

 

Un sostegno che deve vedere coinvolte tutte le realtà che sono coinvolte nel fenomeno, dalle Istituzioni, ai servizi sociosanitari, dalle forze dell’ordine, ai pronto soccorso e le organizzazioni del terzo settore. “Quest’anno il Centro Veneto Progetti Donna ha visto un taglio netto dei fondi di finanziamento e questo  mette a rischio il lavoro e la stessa esistenza del Centro. Siamo consapevoli che Governo e Regione hanno tagliato le risorse agli Enti Locali ma non possiamo permettere che siano sempre le fasce più deboli e svantaggiate a pagarne le conseguenze.”, conclude la dottoressa Zantedeschi. “Se confermati i tagli annunciati dal Comune, saremo costrette a sospendere il servizio alle donne perché diventa insostenibile il lavoro da svolgere e le risorse in campo non sono sufficienti per garantire la qualità del servizio che in questi anni siamo riuscite, seppur faticosamente a raggiungere.

Facciamo appello perché questo non avvenga e si continui a garantire questo servizio che, in rete con i servizi socio-sanitari della nostra provincia, tenta di dare risposte al fenomeno della violenza”.

 

L’8 marzo presso la Sala Consiliare del Comune di Cadoneghe il Centro Veneto Progetti Donna insieme al Centro Documentazione Lidia Crepet presenta lo spettacolo “Psiche dall’oscurità alla luce, un racconto di formazione” a partire dalle ore 21.

http://www.centrodonnapadova.it/

 

VIOLENZA SULLE DONNE: IL BLUFF DEL GOVERNOultima modifica: 2011-03-05T12:35:42+01:00da sergiofrigo
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