CASO BATTISTI: LE COLPE DEGLI INTELLETTUALI E UNA DOMANDA IRRISOLTA

Battisti.jpegTutto come previsto, sul “caso Battisti”. Mi rimane un grande interrogativo irrisolto, a cui cercherò di rispondere nelle prossime ore: perché il Brasile si espone a questa rottura con l’Italia per tenersi un terrorista regolarmente condannato per omicidio? Su Libero nei giorni scorsi è comparsa un’analisi secondo cui dietro a tutto ci sarebbe un maxi contratto industriale fra Brasile e Francia, in cui Sarkozy avrebbe inserito una clausola contro l’estradizione, un omaggio ai desiderata della moglie Carla Bruni (che per la verità ha sempre negato di essersi attivata per il terrorista) e della vasta schiera di intellettuali d’Oltralpe schierati in difesa di Battisti; uno dei quali, Bernard Henri-Lévy si è già rallegrato per la decisione del presidente brasiliano.

E questo è un altro punto della vicenda: se in Francia e a livello internazionale gli amici di Battisti (in primis Fred Vargas) sono riusciti a montare in suo favore una potente campagna internazionale che probabilmente ha avuto il suo peso nella decisione di Lula, cos’hanno fatto i nostri intellettuali per controbattere? Molto, molto poco. Qualcuno, anzi, si è pronunciato decisamente in suo favore, a partire da Massimo Carlotto, Carlotto1.jpgche a suo tempo ha potuto contare sulla stessa mobilitazione per ottenere la revisione del suo processo e poi la grazia del Presidente Scalfaro. Ecco alcune di queste posizioni.

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A me sembra che a monte si sia un aggrovigliatissimo nodo irrisolto nel rapporto fra l’intellighentia nostrana e le istituzioni di questo paese: non c’è ancora stata, in questi ambienti, a partire dagli anni di piombo, la presa d’atto che il nostro è un paese democratico, che tutela il dissenso ma persegue chi lo pratica con la violenza; e da questa critica implicita fa derivare un’altrettanto implicita presa di distanza dal paese tutto. Anzi, dopo l’arrivo al potere di Berlusconi questo atteggiamento di fondo si è anche rafforzato: e lo strapotere mediatico ed economico del premier e la sua amicizia con i peggiori autocrati sulla scena mondiale (tra Putin, Lukashenko e Gheddaffi & c. gli manca solo il coreano Kim Jong) d’altronde non aiuta a sciogliere questo nodo. Per cui non escludo che qualcuno oggi, sotto sotto, stia brindando per l’ennesima brutta figura di Berlusconi sulla scena mondiale: senza avvedersi (quanto sono miopi a volte gli intellettuali!) che la brutta figura la stiamo facendo tutti noi.

CASO BATTISTI: LE COLPE DEGLI INTELLETTUALI E UNA DOMANDA IRRISOLTAultima modifica: 2011-01-01T12:52:55+01:00da sergiofrigo
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