Su Sgarbi in tv sono stato facile profeta: ha avuto appena l’8.27% di share con poco più di due
milioni di telespettatori, uno dei risultati più bassi in assoluto per la prima serata di Raiuno. Per dire, la piccola 7 ha raggiunto oltre 1.8 milioni di spettatori con Lilli Gruber, e 1.4 con la D’Amico.
1.4 MILIONI DI EURO PER UNA PUNTATA
Così la trasmissione di Sgarbi è stata immediatamente cancellata. Ma chi pagherà i conti? Si tratta di 1.4 milioni di euro in costi vivi, a cui si aggiunge la figuraccia per la rete che ha accettato (vero Masi?) di mandare in onda in diretta un personaggio come lui.
Ora i fedelissimi accorrono a spiegare che la cultura in tv non paga in termini di ascolti, quindi per trasmissioni così bisognerebbe prescindere dall’auditel. Dimenticando che loro sono gli alfieri del mercato, e che in ogni caso non di cultura si parlava nel programma, ma delle vicende private di Sgarbi e della sua battaglia contro tutti coloro che hanno il torto di chiedere il rispetto delle regole e di non pensarla come lui.
E c’è chi, come Diego Volpe Pasini, già consigliere comunale di Sos Italia a Udine, militante anti-zingari e anti-immigrati, a suo tempo arrestato per mancata assistenza familiare, (tra i collaboratori della trasmissione, perchè Sgarbi si sceglie sempre i migliori), chiama in causa per il flop le responsabilità della Rai, che ha imposto un cambio al tema della trasmissione.
Fra i numerosi commenti anti-Sgarbi (rigorosamente zitta la maggioranza), scelgo di sottoporvi proprio le dichiarazioni del critico, segnalandovi la chicca dello staff che finita la trasmissione va a rendere omaggio a Berlusconi.
SGARBI: POCHI ASCOLTI MA NON SONO PENTITO
«Io accetto tutto. Sono colpevole ma non pentito».
Lo afferma Vittorio Sgarbi conversando con l’Adnkronos, poco prima della conferenza stampa convocata oggi all’Hotel nazionale, a proposito della decisione presa dalla Rai di chiudere il suo programma ‘Ci tocca anche Vittorio Sgarbi’. Decisione che lui ha accettato.
«Non sono pentito – dice – e non avrei voluto fare altro, sapevo bene quello che volevo fare e non chino il capo. Tornerò in prima serata e continuerò a parlare di cultura, di arte e letteratura. Non lo considero affatto un fallimento. Masi mi ha chiamato ed era entusiasta».
Sui costi della trasmissione pari ad 1.400.000 euro, Sgarbi spiega: «Anche restaurare Pompei costa. La cultura costa. La trasmissione nasce come trasmissione culturale. Se il pubblico ha preferito guardare ‘Chi l’ha visto?’io posso solo prenderne atto. La morte di Melania è stata più interessante di Pasolini o Longanesi. Devo solo arrendermi. Forse sarebbe opportuno parlare di paesaggi e di cultura durante ‘Chi l’ha vistò. Forse la cultura non è adatta alla prima serata, la manderemo in onda più volte».
E PER FESTEGGIARE TUTTI DA SILVIO, A PALAZZO GRAZIOLI
«Forse – riflette il critico d’arte – dovrei rivedere i tempi ma non gli argomenti». Una osservazione, rivela Sgarbi, fatta anche dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che lo staff della trasmissione si è recato a salutare, a palazzo Grazioli, a conclusione della puntata. «Siamo andati dal presidente a festeggiare la trasmissione. C’era anche Sanguineti che è comunista – sottolinea Sgarbi – Sono amico di Berlusconi da anni e vado spesso a cena da lui. Volevamo fare un brindisi. Nessuno di noi pensava ad ascolti così bassi».