Dopo gli episodi padovani, i centri sociali sono protagonisti di scaramucce a Roma con gli estremisti di destra di Casa Pound e dell’aggressione al candidato sindaco del centro-destra a Napoli, Lettieri.
Non è un caso che spuntino adesso, quando la destra sta vacillando e il Pd si sta riaffacciando alla luce del mondo. Non voglio fare accostamenti incongrui fra epoche e movimenti lontani, ma se c’è una cosa che abbiamo capito, da Guido Rossa in poi, è che l’estremismo è il peggior nemico della sinistra riformista. E che una sinistra che vince è il peggior nemico dell’estremismo intollerante, che quindi cerca di sbarrarle la strada elettoralmente.
Non so se c’è una strategia dietro, o se sono solo “intemperanze” di qualcuno fra i militanti più accesi, ma c’è un motivo preciso alla radice di questo atteggiamento, senza tante dietrologie: gli intolleranti non possono avere spazi di manovra e aizzare le masse incazzate, in presenza di politiche efficacemente riformiste. Il loro motto è “tanto peggio, tanto meglio”. Non intendono governare i processi, preferiscono di gran lunga infiammarli, incuranti degli effetti delle loro azioni. Sono amici solo di se stessi, non del popolo che dicono di rappresentare e difendere.