RENZI-FASSINA, NON CONFONDERE LE BATTUTE CON GLI INSULTI

FassinaRenziNella sua risposta alle dimissioni del viceministro Stefano Fassina il segretario del Pd Matteo Renzi mette in evidenza quel lato debole della sua personalità (una disinvoltura comunicativa che sconfina nella superficialità e nel bullismo) che magari piacerà alla “ggente” ma che, come purtroppo si temeva, rischia di erodere la fiducia quanto meno della base dei militanti, che avevano fin qui seguito con soddisfazione le sue prime mosse da segretario.

Renzi, senza assolutamente scusarsi, a proposito della sua “battuta” la iscrive all’area dello scherzo, del sorriso, della leggerezza. Sbaglia due volte, e lo dico con rammarico: “Fassina chi?” è un insulto vero e proprio, non una battuta: sottintende che l’avversario non è nessuno. Altro che leggerezza! In questo senso si fa fatica a considerare accettabile una frase del genere anche nei confronti di un nemico politico. Tanto meno lo è – ed è il secondo errore – se viene scagliata dal segretario nei confronti di un suo “compagno” di partito, non importa se vice-ministro o semplice iscritto: si tratta di una delegittimazione totale e assoluta, e bene ha fatto Fassina a presentare le dimissioni: altro che “problemi autoreferenziali dei gruppi dirigenti” come scrive Renzi.

Se questo è il “nuovo” che cambierà il “verso” della politica, grazie, preferisco il vecchio.

RENZI-FASSINA, NON CONFONDERE LE BATTUTE CON GLI INSULTIultima modifica: 2014-01-05T15:14:26+01:00da sergiofrigo
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