CAMMIN@LTOPIANO: A PIEDI, IN MONTAGNA; NOI INVECE…

altopiano,asiago,auto,camminare,escursioni,festivalE’ iniziato oggi ad Asiago e nei Sette Comuni  il Festival Cammin@ltopiano. Stasera partecipo all’incontro al Millepini con Gian Antonio Stella, Massimo Fracaro, Stefania Longhini, Giuseppe Stefani, Piero Brazzale (foto tratte dalla pagina facebook)

Ecco il link dell’iniziativa http://www.camminaltopiano.it/1/

E a proposito dell’andare a piedi e dell’andare in macchina, qualche tempo fa ho scritto qualcosa…

CAMMINARE O GUIDARE?

altopiano,asiago,auto,camminare,escursioni,festivalHa suscitato scalpore, qualche anno fa, la vicenda di due tranquille automobiliste americane, che appena dopo aver depositato i figli all’asilo si sono prima sfiorate con le macchine per una mancata precedenza, poi si sono pesantemente insultate, quindi si sono speronate, e infine si sono inseguite a cento all’ora lungo una tangenziale e si sono urtate finendo fuori strada in un groviglio di lamiere: una morta e l’altra gravemente ferita. Se fossero state a piedi, magari avrebbero parlato dei bambini e sarebbero diventate amiche.

Il Crepet americano (ogni Paese del mondo deve accollarsene almeno uno, a quanto pare) commentava in proposito che quando ognuno di noi sale in auto, si trasforma più o meno in una belva assetata di sangue, complice la potenza del motore e il riparo offerto dal mezzo, che gli consente di infierire sugli altri senza esibire la propria faccia: anche perché di fronte non ha, di nuovo, un’altra persona, ma un’altra belva feroce rivestita di acciaio e di vetro, pronta ad attaccare.

Non che gli automobilisti, una volta afferrato il volante, diventino tutti come le due signore americane appena citate: in giro c’è ancora qualche esemplare di guidatore, magari col cappello in testa, che si ferma davanti ai pedoni, o cede la precedenza ad altri automobilisti. È ovviamente odiatissimo dai compagni di strada che gli marciano dietro, ma sembra non accorgersene, e persevera, incurante degli strombazzamenti.

Ma è un fatto che l’auto non è fatta per incoraggiare comportamenti sociali, né per favorire gli incontri con i nostri simili, o per promuovere la speculazione filosofica e la creatività poetica…

Per socializzare bisogna camminare, andare in bicicletta, o ricorrere ai mezzi pubblici. Il problema però è che il mondo sembra andare in tutt’altra direzione; e sembra andarci proprio… in automobile. Camminiamo, in genere, solo per i brevi tratti che separano le case dalle macchine, e viceversa. In Italia girano infatti quasi 45 milioni di vetture, senza contare i camion e i furgoni (4 milioni), le moto (5 milioni), i motocarri, i trattori, i mosquitos: significa che ognuno di noi, compresi il nipotino appena nato e il nonno centenario, dispone di almeno un mezzo a motore, la maggiore percentuale europea secondo l’Osservatorio Autopromotec.

NEL MEZZO DEL CAMMIN…

altopiano,asiago,auto,camminare,escursioni,festivalUna volta, semplicemente, ci si spostava a piedi, a cavallo o in barca, ma sempre lentamente, e spesso in compagnia. Le camminate solitarie erano per i filosofi e i sognatori. Pensiamo ad esempio al passeggiare fantasticando di Rousseau, al gironzolare dell’esule Benjamin per le vie di Parigi, ai vagabondaggi dell’Ulisse di Joyce, alle folli scarpinate di Kerouac o all’esplorare curioso e partecipe di Bruce Chatwin. Un passo dopo l’altro nascevano intuizioni, scoperte, frasi su cui si è costruita la storia della letteratura: ricordate “Nel mezzo del cammin di nostra vita…” di Dante? Oppure Petrarca che nel 1336 in Provenza scalava “la più alta cima di questa regione, che non impropriamente è chiamata Ventosum …”, e poi ne traeva profonde riflessioni sulla natura dell’uomo?

Pensiamo poi a cosa significava condividere un pellegrinaggio religioso, al mistero, al pericolo e alla felicità dell’incontro con altri viandanti per strade sconosciute, alla rete di relazioni e di comunicazioni intrecciate per secoli dai venditori ambulanti di figurine votive, di pettini e bottini, di vestiti o tabacchi.

LE PIAZZE, DA CULLA DI DEMOCRAZIA…

E ragioniamo ancora, per un momento, sul ruolo sociale o politico della piazza, collettore da sempre dei cittadini appiedati, dove le consuetudini diventano amicizie, i malumori evolvono in proteste, le infatuazioni collettive si trasformano in cortei o barricate capaci di cambiare il senso della storia. altopiano,asiago,auto,camminare,escursioni,festivalPer questo già cinquant’anni fa Jane Jacobs in “Vita e morte delle grandi città americane” ci aveva avvertito: nell’antipatia profonda mostrata da tutti i governi nei confronti della vita di strada c’è una tentazione totalitaria; molto meglio, per il potere, la piazza virtuale della televisione, dove non ci saranno relazioni reali, ma nemmeno si organizzano manifestazioni di protesta.

Poi, con l’avvento della motorizzazione di massa, le piazze hanno rischiato di trasformarsi ovunque in grandi parcheggi, con le strade centrali assalite dal traffico e i monumenti più delicati assediati dalle auto e sfregiati dai loro scarichi. È stato solo negli anni Ottanta che la sensibilità collettiva è cresciuta, ed hanno preso piede per motivazioni ambientali – con qualche protesta dei pasdaran della libertà di automobile – le giornate a traffico limitato e le pedonalizzazioni. Anche se l’impressione è che le piazze si siano liberate dalla morsa delle macchine soprattutto perché, nel frattempo, la loro funzione è ulteriormente cambiata: oggi esse servono infatti soprattutto per fare shopping, organizzare performance ed… esibirsi. Altro che voglia di socializzazione! In piazza si va soprattutto per comprare e per mostrare ciò che si è comprato, per fare sfoggio della propria eleganza e per ostentare i propri muscoli, individuali o di gruppo.

…A PALCOSCENICO DI UN’ESIBIZIONE COLLETTIVA

La piazza moderna è dunque sempre più palcoscenico e sempre meno agorà, sempre più vetrina di irriducibili soggettività in mostra e sempre meno luogo di convegno di una comunità che incontra se stessa: basti pensare, a questo proposito, alle vere e proprie “guerre dell’aperitivo” che avvelenano il clima sociale in tante città italiane, mettendo duramente a confronto le istanze dei residenti, per i quali la piazza è il proprio habitat, e quelle della vasta platea di consumatori, protagonisti e comparse che la vorrebbero occupare stabilmente per le proprie performance.

Oppure si consideri come le piazze più aggiornate siano in realtà i centri commerciali, dove la socializzazione fra individui e gruppi pare mediata esclusivamente dall’imitazione dei modelli televisivi e/o dall’invidia sociale, medicabili solo attraverso l’acquisto e l’ostentazione.

Ma in aree crescenti del tessuto geografico e sociale del paese (pensiamo a certe discoteche, a certi ghetti post-industriali del Nord, a certi quartieri di Napoli), alla banale affermazione di un sé tanto più irriducibile quanto più vuoto di emozioni e di pensieri, non basta più il confronto fra il Suv più potente, il cellulare più trendy, l’accompagnatrice più vistosa: essa richiede infatti sempre più spesso vere e proprie prove fisiche – in cui i contendenti mettono a repentaglio la propria e l’altrui incolumità, di solito per il tramite del mezzo meccanico – se non addirittura brutali confronti diretti, in cui al soccombente non resta che cambiare aria, se non vuole perdere qualcosa di più sostanziale della propria faccia.

 
(continua)
CAMMIN@LTOPIANO: A PIEDI, IN MONTAGNA; NOI INVECE…ultima modifica: 2012-09-28T16:50:45+02:00da sergiofrigo
Reposta per primo quest’articolo
Questa voce è stata pubblicata in costume, Nordest, società e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.