NELLA TANA DEL GRILLO: ANALISI DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Grillo, grillini, Cinque stelle, antipolitica, 5 stelleHanno facce pulite, buona preparazione, voglia di impegnarsi a fondo, considerano la politica un servizio per la comunità e non un’opportunità di arricchimento personale, e neppure un surrogato di un lavoro. E allora cosa c’è che non va nei grillini?
IL COMICO, CROCE E DELIZIA
Il nome, innanzitutto: dovrebbero – se fosse possibile – prendere le distanze dal comico genovese, Grillo, grillini, Cinque stelle, antipolitica, 5 stelledalle sue urla sguaiate, dal suo narcisismo patologico, dai suoi attacchi scomposti, dal suo trito e ritrito “sono tutti uguali”, dalle sue sparate qualunquiste sugli immigrati, la Lega e la mafia, dal suo controllo ferreo sul marchio del movimento, dal suo far finta di essere fuori dal sistema mediatico: Grillo ha semplicemente scelto altri media, che gestisce in proprio grazie alle sue indubbie doti comunicative, dopo aver compreso – da grande animale (ex) televisivo – che il piccolo schermo ha il potere di omologare tutti quelli che accoglie, di farli sembrare davvero tutti uguali, e dunque vanificare la sua asserita diversità.
PADRE-PADRONE O MEGAFONO INSOSTITUIBILE?
Ma è evidente d’altro canto (e il Movimento lo sa bene) che Grillo è una specie di megafono, senza il quale le loro istanze farebbero certamente molta più fatica ad imporsi; senza contare che il comico riesce anche a catalizzare molta della rabbia sociale che anima la nostra società aggredita dalla crisi, e che altrimenti (come ha segnalato lui stesso) potrebbe trovare rappresentanza in forze politiche ben peggiori, tipo i nazisti in Grecia.

LO “ZOCCOLO DURO” È DI SINISTRA, MA L’EXPLOIT VIENE DAI VOTI LEGHISTI
Ma veniamo invece a parlare di loro, degli “stellini”. Le analisi elettorali, i loro programmi, e le interviste ad alcuni di loro, dicono che hanno una prevalente provenienza di sinistra (25% Pd, 15% Idv più o meno). I loro voti non vengono però solo da quella parte: dove hanno avuto gli exploit maggiori hanno drenato (è il caso di Parma) dal serbatoio leghista, con la cui base condividono la spinta anti-casta, che nella Lega si è precocemente inaridita. Non a caso il Movimento ottiene tanti consensi al nord.
ESPRIMONO UNA RADICALE DOMANDA DI BUONA POLITICA
Grillo, grillini, Cinque stelle, antipolitica, 5 stelleSono però il contrario dell’antipolitica, semmai l’espressione di una richiesta radicale di “buona politica” (fatta di trasparenza e partecipazione), unita però a un’irriducibilità culturale che è tipica del nostro tempo. Mentre gli elettori berlusconiani e leghisti sono politicamente molto di bocca buona – basta (bastava) che lo dica il Capo – gli elettori del Movimento 5 stelle sono rigorosi, poco duttili, alieni ai richiami al compromesso e alle compatibilità che sono il pane quotidiano della politica. Probabile perciò (sta già succedendo) che questo atteggiamento finirà per riflettersi in una forte litigiosità interna.
LE SOLUZIONI DEI PROBLEMI A PARTIRE DAL BASSO
Ma mi pare che ci sia anche un altro aspetto ad avvicinarli al leghismo, quantomeno nell’ispirazione, che evidentemente è un portato del nostro tempo malamente globalizzato. Si tratta della centralità da loro attribuita alla piccola comunità, anche se nel loro caso è innervata grazie alla rete nelle problematiche più avanzate della modernità. Dal fallimento delle grandi narrazioni ideologiche novecentesche essi hanno maturato la convinzione che le questioni si possano affrontare meglio dal basso, anche a partire dai singoli comportamenti virtuosi e molte buone pratiche condivise via rete, senza la pretesa di inserirle in un quadro strategico complessivo, definito da impostazioni politiche o compatibilità socio e geo-politiche. Federico Pizzarotti, candidato sindaco del M5S a Parma, a proposito cella proposta di Grillo di uscire dall’euro, commenta: «Sui temi internazionali o italiani non ho opinioni. Non voglio fare dichiarazioni in questo senso. Io mi sono candidato al Comune di Parma».
ADDIO A COMPATIBILITÀ ECONOMICHE E CONDIZIONAMENTI IDEOLOGICI
Logico che da questo punto di partenza qualsiasi infrastruttura (dalla Tav alla tangenziale all’inceneritore al ripetitore per i telefonini) appaia incongrua e inaccettabile per la comunità locale, anche se è strategica per l’economia nazionale. Altrettanto logico che le esigenze della compatibilità economica, le richieste della Bce o le aspettative dei mercati siano considerate un attentato alle sacrosante esigenze del buon vivere.
La domanda è se sia possibile vivere nel nostro tempo fregandosene davvero di tutto questo. Grillo & c sono convinti di si.
L’altra domanda – per la politica italiana, e in primis per la sinistra – è se sia possibile (oltre che politicamente opportuno) ignorare le istanze di questa fascia consistente della società.

NELLA TANA DEL GRILLO: ANALISI DEL MOVIMENTO 5 STELLEultima modifica: 2012-05-10T17:19:38+02:00da sergiofrigo
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