DEDICATO AI CINQUANTENNI, ASSI PORTANTI DELLA SOCIETÀ (LORO MALGRADO)

anziani, vecchi, cinquantenni, Moretti, Stewart, terza etàLo ammetto, è stato un colpo basso scoprire di essere già entrato nella Terza Età…

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/01/14/news/vecchiaia_anni-28078665/

 

Moretti.jpegE pensare che ero convinto di essere ancora uno “splendido cinquantenne”… D’altra parte anche Nanni Moretti, che una decina di anni fa in “Caro diario” ci ha “salvato” i quaranta con quello slogan che io adesso ho aggiornato, ora va per i 59…

Mica sono anni facili, sia chiaro. Anzi, se devo essere sincero, mica me li aspettavo così faticosi. Certo, sapevo che sarei stato un po’ meno efficiente fisicamente: qualche perdita di memoria, qualche disturbo, qualche dolorino… D’altra parte Rod Stewart rod_stewart.jpeg(che ora ne ha 67) qualche anno fa disse che se a cinquant’anni ti svegli la mattina senza aver male in nessun posto vuol dire che sei morto…

 

TRA GENITORI SEMPRE PIÙ ANZIANI…

Però, però… I problemi sono ben altri, come dicono i bastian contrari. È che – mentre ci preparavamo a rilassarci un po’ – scopriamo di essere diventati (nostro malgrado)  l’asse portante della società. E proprio mentre avresti bisogno di calibrare meglio le energie, si moltiplicano le richieste: col prolungarsi della lunghezza della vita dei genitori, non c’è uno di noi che non si debba occupare di un anziano ammalato, o – se fortunati – almeno un po’ indebolito, sempre più insicuro di fronte alle difficoltà quotidiane, bisognoso di assistenza e compagnia, se non proprio di cure mediche. E a chi si rivolgono per questo i “grandi vecchi”? Naturalmente a noi figli cinquantenni, giustamente. Ci sono coetanee (soprattutto loro, va detto) che si accollano per anni e anni situazioni umane spaventose, che assorbono tutte le loro energie mentali (e spesso anche economiche). Anche perché la collettività, come sappiamo, ha sempre meno risorse per aiutare i singoli e le famiglie in queste incombenze.

…E FIGLI NON ANCORA AUTOSUFFICIENTI

E poi ci sono i giovani, che soprattutto in Italia rimangono economicamente tali (nel senso di non autosufficienti) fino a dopo i 35 anni: chi li può aiutare, se non i genitori ultra-cinquantenni? Che poi non è tanto una questione economica, quanto il fatto che – forse per colpa nostra – non li abbiamo incoraggiati più di tanto a misurarsi con le innumerevoli incombenze della realtà quotidiana. Noi stessi, poi, non li prendiamo abbastanza sul serio quando si presentano con una proposta, oppure – peggio – ce ne difendiamo vigorosamente quando si fanno avanti insidiando alle nostre posizioni acquisite… No, non è facile neppure per loro, che pure hanno in serbo la forza dell’età.

IL DEGRADO DEL LAVORO

Uno dice: va beh, però sul lavoro almeno avete una posizione consolidata, un’esperienza tale da affrontare in scioltezza tutte le situazioni, e soprattutto l’autorevolezza per scansare le mansioni più sgradevoli. Siete proprio sicuri? Ma se di giovani non se ne assumono, chi pensate che debba farsi carico di tutto? Io vedo nel giornalismo, dove tanti vecchi “senatori” che un tempo si sarebbero potuti limitare a un bel pezzo di approfondimento o di commento due o tre volte la settimana, ora sono costretti a sgambettare da mattina a notte come reporter ventenni, ma anche a scrivere le brevi (che erano roba da praticanti), a fare le chiusure, ad aggiustare la stampante… Ma non si contano, in uttti i settori, coloro che lamentano un progressivo “downgrading” (eh!) della propria professionalità. Con i tagli forsennati che si stanno facendo un po’ ovunque, infatti, ognuno di noi deve essere spremuto come un limone, rinunciando non solo ai privilegi dell’età, ma spesso anche ai diritti di base faticosamente conquistati. E per quanto ancora? Fino ai 62, ai 65, ai 70? Questo lo sa solo Monti, e forse nemmeno lui.

IL NOSTRO FUTURO, TRA GLI AMICI E I (POCHI) FIGLI

Insomma, i lunghi viaggi vagheggiati in gioventù, le lussuose crociere (che poi va a finire come con la Concordia), anche il coltivarsi l’hobby sempre rinviato, tutto questo ce lo scordiamo. È tanto se riusciamo a salvare un po’ di tempo per noi stessi – a tarda sera o nei ritagli fra una visita ospedaliera e un impegno di lavoro – per sfogarci su Facebook, oppure se ci ritagliamo di tanto in tanto lo spazio per una cena o un con gli amici. A ben vedere, infatti, la principale consolazione di questa età – soprattutto per chi non ha figli, e ormai sono i più –  sono le amicizie consolidate: anche invecchiare è più accettabile, se sei in buona compagnia. Gli amici infatti te li scegli, e con loro puoi condividere i problemi, passare in rassegna  i ricordi, ma anche fare nuovi progetti, cercando di evitare di appesantire troppo la vita futura dei nostri figli.

Siamo o non siamo ancora degli “splendidi cinquantenni”?

DEDICATO AI CINQUANTENNI, ASSI PORTANTI DELLA SOCIETÀ (LORO MALGRADO)ultima modifica: 2012-01-23T12:45:00+01:00da sergiofrigo
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