QUANDO “STILE DI VITA” SIGNIFICA FREGARSENE DEL MALESSERE DEGLI ALTRI

Mantenere il proprio “livello di vita” significa, al di là della formulazione elegante, continuare a farsi i propri comodi indipendentemente dalle situazioni circostanti. Quando lo disse l’”amico Bush”, per tutelare gli standard di benessere e di potere americani, trascinò l’Occidente nella rovinosa guerra irakena.

berlusconi.nano.jpgMolto più modestamente Berlusconi con quella frase ci dice che continuerà a collezionare ville miliardarie in giro per il mondo, a invitarvi legioni di giovani donne disponibili, a compensarle con 5, 6, 7000 euro, a infilarle nelle trasmissioni televisive (per le quali noi paghiamo il canone), o peggio farle diventare consiglieri regionali, parlamentari, ministre (paghiamo sempre noi), anche se nel loro “curriculum” possono esibire solo un bel fisico e una certa dose di spregiudicatezza. E tutto questo mentre milioni di italiani il proprio “stile di vita” hanno dovuto cambiarlo per forza, di fronte all’incalzare della crisi che gli ha portato via il lavoro e ogni prospettiva di futuro; mentre migliaia di ragazzi che sputano il sangue sui libri sono costretti a disperdere il proprio talento e le proprie energie in mille lavori precari, oppure a cercare qualche opportunità di vita all’estero; mentre la drastica restrizione delle risorse pubbliche e private imporrebbe maggiore sobrietà, o almeno maggior discrezione nel godersi la propria ricchezza: non a caso dagli uomini delle scorte presidenziali è arrivata in questi giorni una vigorosa presa di distanza per la “vergogna” a cui sono costretti ad assistere accompagnando qua e là (per un compenso di sei euro all’ora) le ragazze e gli anziani e potenti amici del premier.

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Chissà se i milioni di italiani che in questi anni gli hanno dato fiducia, quelli che si sono fidati della sua asserita capacità miracolistica di rimuovere i rifiuti di Napoli, di risolvere il dopo-terremoto dell’Aquila, di salvare le vittime delle catastrofi naturali, continueranno a sentirsi in sintonia con lui anche in questo frangente.

Lo ripeto da sempre: per uscire da questa crisi – che è morale e di prospettive tanto quanto economica e finanziaria – ci vuole la volontà di ridurre le disparità sociali, di redistribuire i redditi, a fronte di un rilancio della produttività, di condividere il proprio benessere con coloro che sono rimasti indietro, per coinvolgere davvero tutti i ceti sociali del Paese in un progetto di ripresa condiviso. Purtroppo il primo a dare il pessimo esempio è il nostro Presidente del Consiglio, col suo luccicante “stile di vita”.

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QUANDO “STILE DI VITA” SIGNIFICA FREGARSENE DEL MALESSERE DEGLI ALTRIultima modifica: 2010-11-04T10:53:00+01:00da sergiofrigo
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