FARE O NON FARE L’ELEMOSINA AI ROM?

Anche stamattina, sul treno Padova-Venezia, la stessa storia: una giovane rom che chiede soldi ai passeggeri, il controllore che la vede e la costringe a scendere a Mira sotto la pioggia battente (immagino fosse senza biglietto). I passeggeri stanno zitti, ma credo che apprezzino gli interventi dei ferrovieri, soprattutto dopo aver letto del racket (appena smantellato dalle forze dell’ordine) che obbligava dei ragazzini a chiedere l’elemosina proprio su questa tratta ferroviaria.
Io mi trovo davanti al dilemma di sempre: intervenire o lasciar correre? Poi lascio correre, a meno che gli interventi dei controllori non trascendano: in fondo fanno il loro mestiere, e le regole devono valere per tutti, anche se un italiano senza biglietto difficilmente verrebbe fatto scendere dal treno.
Ma, a monte, rimane un altro dubbio: dare l’elemosina ai rom oppure no? (A proposito, a dare loro qualche moneta sono esclusivamente i viaggiatori di colore).
Io mi regolo così: niente soldi ai ragazzini, nè alle giovani donne con bambino al collo. Si tratta di sfruttamento bello e buono, che non va incoraggiato. Ma agli adulti, quasi sempre donne, sì, qualche moneta la dò, anche a costo di farmi guardare male dai vicini di viaggio. Ho deciso così chiedendomi quanti di noi, anche potendo, darebbero un lavoro a uno/a di loro che si presentasse animato/a dalle migliori intenzioni. Ma se nessuno offre loro un lavoro, di cosa dovrebbero vivere? L’alternativa all’accatonaggio sono i furti e la ricettazione, visto che i loro lavori tradizionali (lo stagnino, il maniscalco, il robivecchi) sono scomparsi, e la mano ormai ce la leggiamo da soli…
Sento già qualcuno obiettare: ma in questo modo incoraggi un modello di vita incompatibile con il nostro. Su questo ho una mia idea, immagino non troppo popolare, che mi riservo di esporvi in seguito.