SINDACALISTI E LEGHISTI? SI PUÒ, SI PUÒ

Si intitola “Veneto agro. Operai e sindacato alla prova del leghismo” la ricerca dell’Ires Cgil (curata da Alessandro Casellato e Gilda Zazzara) che sarà presentata oggi a partire dalle 14.30 al Bo, a Padova. Ne discutono con gli autori Gianni Riccamboni, preside di Scienze Politiche all’Università di Padova, Sergio Frigo, giornalista del Gazzettino, Renzo Pellizzon, segretario Flai Veneto, ed Emilio Viafora segretario Cgil Veneto, conclude Stefania Crogi, segretaria Flai nazionale.

La domanda a cui risponde la ricerca, che ha coinvolto 300 attivisti della Flai regionale, è quanto il leghismo ha contagiato i quadri dirigenti di base del sindacato, e come è possibile coniugare le due militanze.

LA LEGA LABURISTA

«Siamo noi il vero partito laburista», aveva detto Luca Zaia inaugurando una nuova sede della Lega nel centro del quartiere operaio di Marghera, a poche settimane dalle elezioni:. Lanalisi dei flussi di voto, dopo la sua nomina a Governatore, gli aveva dato sostanzialmente ragione, se intendiamo il termine laburista come “dei lavoratori”: secondo il sociologo Paolo Feltrin la Lega nellultima tornata elettorale ha attirato infatti il 47.6% dei voti degli operai veneti.
Lo ammette la stessa ricerca dell’Ires: «Una parte significativa dei lavoratori iscritti alla Cgil in Veneto e un segmento non irrilevante dei suoi dirigenti di base – scrivono i curatori – guardano con simpatia, votano e talvolta militano in formazioni lontane dalla tradizione del movimento operaio (…) in particolare la Lega».
Si tratta di un fenomeno che ha precise radici storiche, nel sentimento di appartenenza alla comunità locale piuttosto che nella contrapposizione di classe (qui sempre piuttosto blanda), nella rivalsa sociale degli uomini del fare rispetto a quelli del parlare, nel contrasto fra campagna e città: ma le dimensioni raggiunte ne denotano un cambiamento qualitativo.

LA DOPPIA MILITANZA

Solo che – lungi dal suscitare i contrasti laceranti che ci si sarebbe aspettati dal confronto tra culture tanto diverse sui terreni della contrattazione, del lavoro, dellimmigrazione, della sicurezza – la convivenza fra colleghi, magari nelle stesse persone, delle due militanze viene risolta nella quotidianità senza traumi apparenti. «Io per esempio sono stato tirato dentro in Cgil da un leghista sfegatato», confessa ad esempio un operaio della Doria di Orsago (Tv), mentre un delegato di Ponte di Piave spiega: «Per me la Lega ha ragione a dire che non bisogna pagar le tasse. Perchè dobbiamo mantenere tutta quella gente là a Roma?» E un militante veronese aggiunge: «Se guardiamo bene la Lega, se la scorporemo ben, te ghe un filo stalinista. Ma quando si tratta della tua vita, par mi destra o sinistra no conta mia».
Certo, tra coloro che hanno risposto al questionario oltre il 70% si colloca a sinistra, ma confrontando il tenore delle risposte i ricercatori sospettano una certa autocensura: ad esempio ben il 30% degli interpellati ritiene che «da quando c
è limmigrazione si lavora peggio e si guadagna meno».

L’ATTEGGIAMENTO VERSO GLI IMMIGRATI
Guardando nel dettaglio vengono alla luce culture, valori, situazioni piuttosto articolate: il 95% del campione pensa ad esempio che «la Cgil dovrebbe difendere allo stesso modo gli interessi di tutti i lavoratori, senza distinzione di nazionalità…»; ma poi si legge di fabbriche in cui nel momento della socializzazione per eccellenza, il pranzo, si crea una sorta di spontaneo apartheid fra italiani e immigrati. C
è anche la piena accettazione, però, dell«immigrato buono, che fa la sua gavetta», anche se il tempo di crisi si rafforzano le posizioni di chi vorrebbe mandare via i non italiani, i clandestini, i senza lavoro. Su questi temi molti intervistati imputano alla Cgil un eccesso di politicizzazione. Che invece la Lega sia più efficace, è un altro paio di maniche: «Se tu dici che bisogna mandare via il negro, è perché la gente ti fa capire che vuole mandare via il negro – osserva infatti un tecnico di Castagnaro (Vr) – Poi mica lo fanno, cioè non è che lo mandano via. Cosa ha fatto qua Tosi, ha mandato via i negri? Non mi pare. Fanno le cose a parole e la gente è contenta lo stesso».

SINDACALISTI E LEGHISTI? SI PUÒ, SI PUÒultima modifica: 2010-06-14T10:17:00+02:00da sergiofrigo
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