SOS ALLUVIONE, UNA BELLA STORIA DI SOLIDARIETA’: COME ANCHE FACEBOOK PUO’ MIGLIORARE LA NOSTRA VITA

Sos.jpgAnche se uso Fb e ho un blog, rispetto ai social network, alle relazioni virtuali, alle chat, ho da sempre un atteggiamento sospettoso: tendo a pensare che le “macchine” allontanino la gente, piuttosto che avvicinarla. In fondo – a differenza che nella realtà – ci vuole niente, nel mondo virtuale, per inventarsi una identità immaginaria (oppure farsi rubare quella propria, reale), ma anche per staccare la spina e dire addio ai propri amici di Facebook, senza che nessuno possa neppure venirti a cercare a casa…

Questa premessa per raccontarvi invece una storia molto bella, che mi ha fatto cambiare idea su ciò che ho appena detto: una storia che ho raccontato oggi sul Gazzettino, ma che qui voglio sviluppare e analizzare più a fondo, facendo parlare i protagonisti; capita raramente, a noi giornalisti, di poter smentire il fatidico detto “good news no news” (le buone notizie non sono notizie). Questa storia è iniziata esattamente un mese fa, il 5 novembre, nel pieno dell’emergenza alluvione nel Veneto, e ha visto svilupparsi in rete una mobilitazione che ha del miracoloso, che ha fatto emergere attorno a una pagina di Facebook entusiasmo e solidarietà, che ha trasformato dei rapporti virtuali in rapporti reali, suscitando partecipazione, promuovendo incontri veri ed intensi, spostando uomini e aiuti in favore delle comunità colpite. Un fenomeno che meriterebbe uno studio più approfondito, sulla scorta delle nuove ricerche che si stanno avviando in questo campo, come il recente libro di Giuseppe Riva “I social network” (ed. Il Mulino, € 13), che esamina come Fb, My Space, Twitter, Linkedin cambiano il nostro modo di relazionarsi con gli altri.

Anche se va ricordato e sottolineato che l’innesco che ha dato l’avvio a tutto questo, e il terminale di questo enorme interscambio virtuale, sono sempre persone reali, sette “angeli della Rete” che da un mese stanno investendo il loro tempo, le loro energie, i loro soldi per far funzionare l’enorme macchina della solidarietà che hanno messo insieme.

I “MAGNIFICI SETTE” DELLA RETE

La pagina in questione, dunque, si chiama Sos Alluvione Veneto, e i “magnifici sette” sono Roberta Strazzabosco, 33 anni, di Asiago, Riccardo Violato, 25 anni, di Correzzola, i due che si sono attivati per primi, rispettivamente con la pagina e con il sito “Emergenza alluvione Veneto”, Marina Sartori, 43 anni, di Rettorgole (Vi) ma residente nell’Udinese, Silvia Donoli, 45 anni, di Padova, Guglielmo Gusella, 58 anni, di Bassano, Alessia Berlendis, 32 anni, bergamasca ora residente a Colle Umberto (Tv) e Giorgio Loda, 30 anni, di Pontevico (Bs). Fra di loro c’è l’esperta di informatica e di comunicazione, lo studente al Politecnico di Torino, la cassintegrata e l’artigiano, la psicologa, il volontario della Protezione civile, la mamma. Piccolo particolare: escluse Roberta e Silvia, nessuno di loro si conosceva prima di questa esperienza, e non si sono mai incontrati neppure nell’ultimo mese, causa l’impegno sfiancante per l’emergenza alluvione, anche se dicono che gli sembra di conoscersi da sempre. Altro dettaglio, non irrilevante in una fase storica in cui tutti vogliono soprattutto apparire: tendono tutti a sottrarsi alla ribalta, e a valorizzare piuttosto il lavoro di squadra e il grande impegno di tutti coloro che li hanno aiutati.

 

 

 

I NUMERI DELLA MOBILITAZIONE

Qualche numero per dire che cosa hanno saputo realizzare in questo mese i “magnifici sette”: ebbene, la loro pagina ora ha 7852 amici, ma dal 5 novembre a oggi ha avuto circa mezzo milione di contatti (in media 150mila visita ogni settimana), e ognuno dei post che diffonde (quasi un migliaio di link) viene letto in media da 13mila persone, perché ci pensano gli amici a condividerlo e rilanciarlo. Se qualcuno di voi ha visto il recente film The Social Network di David Fincher, sul fondatore di Fb Mark Zuckerberg, ha visto la modalità “virale” di funzionamento del meccanismo di condivisione, in quel caso delle foto e delle informazioni sulle ragazze: solo che qui si è applicato alla solidarietà.

I PRIMI PASSI NELLA RETE

alluvione1.jpg«In quei giorni sono tornata da Roma – racconta Roberta Strazzabosco – e arrivando nel Vicentino mi sono resa conto, dal silenzio e dal buio che circondava l’autostrada, che era successo qualcosa di disastroso. Solo che nei giorni successivi sui giornali nazionali e in televisione non se ne parlava proprio. Ho pensato di fare una pagina su Fb quando mi sono accorta che oltre a mancare l’informazione su quanto stava accadendo nel Veneto, non c’era nemmeno nessuno, neppure sui siti dei comuni e della Protezione civile, che dicesse di cosa c’era bisogno nelle zone alluvionate, né dove convogliare le persone che si mettevano a disposizione per dare una mano: pensavo a un luogo dove si incontrasse chi aveva bisogno di aiuto e chi era disponibile a darlo. Un po’ esitavo, per la verità, perché mi spaventava la mole di lavoro che si prospettava. Comunque ho messo in Rete la pagina il pomeriggio del 5 novembre, e subito si è fatto avanti Riccardo che aveva già fatto il suo sito, e poi via via sono arrivati tutti gli altri: siamo partiti raccogliendo informazioni dai siti dei comuni, telefonando alle parrocchie, chiamando i conoscenti in zona, e mettendo tutto in rete, come in una bacheca di avvisi. In breve si è mossa una valanga».

L’IMPEGNO E I RISULTATI
Per tutti loro è iniziato anche un periodo massacrante: ore e ore al computer e al telefono, per mettere ordine nelle richieste e nelle offerte, perché presto la mobilitazione ha cominciato a dare frutti concreti: persone che attraverso le pagine si accordavano per raggiungere i luoghi dell’emergenza, e poi un flusso continuo di aiuti alimentari, disinfettanti, stufe, legna da ardere, e poi le consulenze gratuite di avvocati e di ingegneri per i rimborsi, eventi benefici, come partite di calcio, concerti, spettacoli, che continuano incessanti a oltre un mese dal disastro…

Dai luoghi disastrati invece arrivavano i video e le immagini dell’alluvione, i ringraziamenti delle vittime e le testimonianze dirette deialluvione3.jpgsoccorritori. “Abbiamo toccato con mano cosa significa la paura, nel racconto di chi vedeva arrivare l’acqua e invadere il proprio giardino e la propria casa”. Particolarmente toccante il messaggio inviato proprio ad Sos Alluvione dalla figlia di Giuseppe Spigolon, il 75enne di Caldogno annegato nel suo garage. “Mi ha commosso anche una signora di Casalserugo che dopo una serie di telefonate per farle arrivare gli aiuti mi ha fatto una ricarica telefonica”, ricorda Roberta.

E assieme ai ringraziamenti, anche i complimenti di molte persone, fra le quali il ministro Sacconi, ma anche molte polemiche, sui ritardi negli allarmi e le carenze negli aiuti, oppure sulla scarsa solidarietà del resto del Paese, “anche se, almeno all’inizio, abbiamo preferito concentrarci sulle cose da fare piuttosto che sulle polemiche: per quello c’è tempo”.

LE POLEMICHE E LE FURBATE

Anche se qualcosa di sgradevole è stato segnalato proprio su questa pagina, come la pubblicità comparsa in una dozzina di Uffici postali del Vicentino e del Padovano per pubblicizzare con le foto dell’alluvione una polizza assicurativa contro le emergenze (reclame prontamente rimossa dai vertici delle Poste a seguito della mobilitazione degli amici di Sos); e c’è stata anche una delle iniziative parallele fiorite nei giorni successivi sul Web che ha inserito nella home page gli estremi per farsi finanziare dai lettori. “Noi a chi ci offriva dei soldi abbiamo sempre fornito i numeri di conto della Regione o degli enti locali – chiarisce Roberta – Questo significa volontariato”. E vale la pena ricordarlo proprio in questa giornata, dedicata a chi si spende per gli altri solo nel nome della solidarietà.

TUTTI PROTAGONISTI

E poi sono arrivati la mobilitazione del Vicenza Calcio e dei musicisti vicentini, con la partita e il disco per beneficienza, e il sostegno di molti artisti, che hanno fatto girare il link e gli appelli fra i loro fan, gli spettacoli di cabaret, gli spazzacamini che si sono offerti di risistemare gratis le caldaie, le lavanderie per pulire i vestiti degli sfollati, le risposte delle aziende che mettevano a disposizione i loro prodotti, e naturalmente l’istituzione del numero 45501 per le donazioni via sms…

Insomma, giocando da protagoniste tante singole persone hanno saputo creare in Rete un grande evento, indipendentemente o quasi dalla mobilitazione dei media. E in quelle pagine virtuali si è rispecchiato, senza mediazioni, il cuore grande del Nordest e dell’Italia. Se avete voglia di rinfrancarvi un po’ dalle amarezze quotidiane, se siete angustiati dalla politica o dalle angosce per la crisi, provate a consultarle, ne trarrete un beneficio sicuro: meglio che un Prozac…

L’IMPEGNO CONTINUA
Ma la mobilitazione continua: ora i “magnifici sette” stanno cercando di capire come commercializzare le nuove magliette col marchio Sos e il numero 45501 per le donazioni. E c’è Natale in arrivo, e tanti bambini alluvionati che probabilmente quest’anno non avranno molti regali…

Domani pubblicherò stralci di alcune testimonianze raccolte fra i sette “angeli della Rete”: è un modo per dare sostanza reale alle troppe parole vuote che sentiamo spendere attorno ai concetti di volontariato e solidarietà.

 

SOS ALLUVIONE, UNA BELLA STORIA DI SOLIDARIETA’: COME ANCHE FACEBOOK PUO’ MIGLIORARE LA NOSTRA VITAultima modifica: 2010-12-05T17:33:36+01:00da sergiofrigo
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