Molto interessante la gaffe di Rachida Dati, ex ministra ed ex pupilla di Sarkozy, ora parcheggiata al Parlamento europeo, che in un discorso ufficiale si è lasciata sfuggire la parola “fellation” invece di “inflation” (inflazione): essendo lei una bella donna piuttosto chiacchierata per la sua vera o presunta vivacità sessuale, l’episodio mi conferma che hanno ragione gli psicoanalisti nel sostenere che la gaffe è in realtà una forma suprema di svelamento della verità, una verità che si fa strada ed esce fragorosamente allo scoperto superando le convenzioni e i filtri sociali o personali che le mettiamo davanti.
A me ne capitano spesso, ad esempio quando non riconosco le persone con cui ho frequentazioni recenti o episodiche. Ma questo è normale. Il giorno del Campiello però ho fatto i complimenti (in pubblico) a una dirigente della Rizzoli per le performance (senza malizia…) della loro autrice Silvia Avallone, che aveva superato in classifica Antonio Pennacchi (che pubblica con Mondadori): peccato che la signora che avevo davanti fosse proprio di Mondadori e non di Rizzoli. Anche in questo caso: Pennacchi era appena andato in escandescenze per una mia domanda in conferenza stampa, quindi inconsciamente potevo essergli ostile. Comunque avrei voluto seppellirmi all’istante.
Nulla a che vedere, però, con quanto accaduto nei giorni scorsi a una mia conoscente, che dopo essersi intrattenuta con una collega (chiamiamola Maria), se n’è andata, ha preso il telefonino, e ha chiamato un’amica comune, dicendole: “Sai che oggi ho visto quella p… di Maria”. Dall’altra parte del telefono un silenzio imbarazzato, poi : “Scusa non ho capito”. E lei: “Si, quella p… di Maria!”. Risposta: “Ma cosa dici, sono io Maria”.
Mai capitato niente del genere?
Una risposta a LA “FELLATION” DI RACHIDA: LA GAFFE COME MASSIMA ESPRESSIONE DI VERITÀ