Non è un tema avvertito come prioritario dall’opinione pubblica, ma l’instabilità politica determinata dall’inadeguatezza del nostro sistema elettorale è fondamentale nelle nostre scarse performance economiche, e anche nella scarsa fiducia degli italiani nel sistema politico (tutto questo a perenne disdoro di Calderoli e dei suoi mandanti che a suo tempo hanno varato il Porcellum).
La sentenza odierna della Consulta – pur terremotando il sistema politico – ha brutalmente semplificato la questione, anche se Grillo, Forza Italia e l’area cattolica del Pd stanno ancora cercando di confondere le carte: stanti gli attuali rapporti di forza fra gli schieramenti politici e le loro reciproche posizioni l’unico modo per garantire rappresentanza agli elettori e governabilità e stabilità al sistema, superando le sempre più impopolari larghe intese, è infatti il doppio turno di collegio, con l’abolizione del Senato o la sua trasformazione in una Camera delle regioni.
IL SISTEMA FRANCESE UNICA ALTERNATIVA ALL’INGOVERNABILITA’ O ALLE LARGHE INTESE
Il proporzionale avrebbe invece come esito automatico proprio il prolungamento all’infinito delle larghe intese, e lo stesso Mattarellum non garantirebbe la governabilità, come hanno dimostrato numerose simulazioni post elettorali. Con quel sistema infatti il centrosinistra avrebbe conquistato 192 seggi invece degli attuali 340, il centrodestra ne avrebbe uno di meno, 191, contro i 124 precedenti la scissione, l’M5s invece dei 108 arriverebbe a quota 167, mentre il Centro ne avrebbe 67 invece degli attuali 45: una situazione di totale ingovernabilità, come si vede, patrocinata oltretutto dall’indisponibilità di tutte le forze maggiori (Pd, Fi e M5s) a stringere alleanze fra loro.
Qual è il vantaggio del doppio turno? Si dice che nel primo voto ognuno si mobilita per far vincere il candidato ritenuto migliore, nel secondo invece prevale quello che è ritenuto il male minore dagli elettori che non l’hanno votato in partenza: ma proprio questo voto “non convinto” assicura una rappresentatività superiore al 50% dei voti espressi al vincitore, e quindi gli consegna una indiscutibile patente di legittimità, oltre naturalmente ai numeri per governare.
IL DOPPIO TURNO ELIMINEREBBE DEFINITIVAMENTE L’ANOMALIA BERLUSCONI
Cosa accadrebbe in Italia con questo sistema? Innanzitutto la definitiva uscita di scena di Berlusconi, che gode ancora di un considerevole supporto popolare, ma suscita ostilità decisamente maggiori nel resto del corpo elettorale; in secondo luogo il probabile spappolamento del M5s, o la presa d’atto della sua irrilevanza politica, nel momento in cui fallisse l’entrata nel ballottaggio; si capisce dunque anche perché Fi e M5s siano così tenacemente contrari ad un riforma di questo tenore. Ma è probabile anche che proprio i candidati grillini promossi dal primo turno sarebbero avvantaggiati nel secondo, acquisendo più facilmente i consensi degli esclusi dal ballottaggio, come si è visto ad esempio in occasione dell’elezione del sindaco di Parma.
Di fronte ai benefici e al sistema di tutele apportati dal doppio turno non si vede tra l’altro perché il Pd non apra a qualche concessione al centro-destra sul terreno del presidenzalismo, sull’esempio francese. Anche perché nel frattempo, con Giorgio Napolitano, una robusta forma di presidenzialismo “preterintenzionale” la stiamo già sperimentando.
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