FUORI DAL CSM IL LEGHISTA CHE CERCÒ DI DIFFAMARE LA BOCCASSINI

Brigandì.jpgFinalmente una buona notizia, per “consolarci” dello scempio della dignità del Parlamento che sta andando in onda sul processo breve: da oggi il componente laico della Lega, Matteo Brigandi’, messinese piemontesizzato e già sfortunato avvocato difensore di Bossi, non e’ più consigliere del Csm. Con una decisione senza precedenti – passata con 19 si, tre no e due astenuti – il Plenum del Csm ha dichiarato la sua decadenza. La ragione: non essersi dimesso per tempo da ruolo di amministratore della Fin Group, mentre la legge stabilisce l’incompatibilità tra l’essere componente di un consiglio di amministrazione di una società commerciale e l’incarico di consigliere del Csm.

Non esultiamo, sia chiaro, per la bocciatura di un oscuro Carneade leghista. Il “signore” in questione piuttosto ha sulle spalle – oltre a un paio di condanne per diffamazione e per non aver pagato gli alimenti alla figlia, facendosi passare per nullatenente – pesanti responsabilità nella battaglia del centro-destra contro l’autonomia della magistratura. Brigandì è infatti firmatario di una proposta di legge sul legittimo impedimento e di un’altra per inasprire le norme sulla responsabilità civile dei magistrati. Ma fin qui siamo ancora sul terreno della libera espressione dei convincimenti.

Il nostro invece è salito agli onori delle cronache qualche settimana fa, dopo la pubblicazione – naturalmente sul Giornale – Giornale.jpegdi un duro attacco (di natura prettamente personale, per una vecchissima vicenda sentimentale irrilevante dal punto di vista disciplinare) contro Ilda Boccassini, basato su un fascicolo giacente al Csm da molti anni. Come è potuto succedere? Bastano poche verifiche per scoprire che il fascicolo in questione è stato fatto tirare fuori dai cassetti proprio dal Brigandì, il 18 gennaio, esattamente quattro giorni dopo l’esplosione del “caso Ruby”: era nella sua facoltà consultarlo, non certo divulgarne i contenuti. Non ci vuole molto invece a ipotizzare come il documento sia finito nelle mani dei redattori del Giornale. Come dire: o il nostro è completamente andato, oppure confida che la sua posizione di potere lo metta al sicuro da qualsiasi conseguenza. Ma i giudici, si sa, sono vendicativi…

 

FUORI DAL CSM IL LEGHISTA CHE CERCÒ DI DIFFAMARE LA BOCCASSINIultima modifica: 2011-04-13T19:47:27+02:00da sergiofrigo
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