UN OMAGGIO A SARAH, E UN MEA CULPA COME UOMO

Sarah.jpegIeri sera, apprendendo dal Tg3 le ultime notizie relative all’uccisione della piccola Sarah Scazzi da parte dello zio, avevo pensato di scriverci qualcosa. Mi interrogavo, in particolare, su come una persona, un familiare, possa vivere per un mese, e condividere il dolore delle persone a lui vicine, con un tale macigno sulla coscienza. Pensavo, e volevo scrivere, che in un caso del genere la voglia di liberarsene, confessando, dovrebbe rapidamente avere la meglio.

Stamani però, leggendo i particolari agghiaccianti e vergognosi dell’omicidio (e quello che è accaduto immediatamente dopo), ho capito perché l’uomo (uomo, attenzione!) non poteva confessare: c’era troppo, troppo di tutto, in quello che aveva fatto, per poterlo fare uscire . Anche se probabilmente ci ha pensato il suo inconscio a farlo per lui, costruendo la bufala del ritrovamento del telefonino.

Al tempo stesso però mi è passata la voglia di commentare. Perché? Due o tre motivi, credo, che cerco di elencare nella loro sequenza: il disagio per il confronto col male assoluto, con la sua banalità, con la forma insieme quotidiana e oscena e violenta che esso di volta in volta assume (viene voglia di distogliere lo sguardo e il pensiero perché tutto questo ci dice di noi uomini – nel senso di genere umano – molto più di quanto siamo disposti ad ascoltare e accettare); poi il fatto che mi sembra di strumentalizzare l’emozione per la terribile fine della ragazza, che ora si dovrebbe ricordare solo per com’era prima di incontrare il suo carnefice: dolce, indifesa, innamorata, incasinata, aperta alla vita come sono tutti gli adolescenti non ancora profanati da niente; infine c’è l’aspetto di genere, il fatto che una volta di più a torturare, uccidere, mortificare il corpo di una donna indifesa, dissimulare, sia un maschio: una cosa di cui noi maschi non possiamo non farci carico.

Ecco, su questo aspetto lascio la parola ad Adriano Sofri, che ne ha scritto qualche giorno fa su Repubblica.

quando-gli-uomini-uccidono-le-donne.html

 

UN OMAGGIO A SARAH, E UN MEA CULPA COME UOMOultima modifica: 2010-10-07T11:01:00+02:00da sergiofrigo
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