LE SUE MOLTE ARMI SPUNTATE
In realtà il Cavaliere ha dalla sua molte armi, ma sono quasi tutte spuntate: l’energia e l’entusiasmo non sono più quelli dei giorni migliori, la faccia è una maschera di cerone (e adesso si vede
O, ma si può continuare: vogliamo parlare del promesso rinnovamento, con un 76enne al comando e uno stuolo di candidati cooptati? E con parole d’ordine (contro le tasse o la magistratura, per la “rivoluzione liberale”) vecchie di due decenni? Quanto alle sue ricette, poi, ci si chiede quali saranno, considerato che in questi mesi (anni) ha sostenuto tutto e il contrario di tutto, e per smentirlo basterà rovesciargli contro le due vecchie decisioni (compreso l’introduzione dell’Imu) e le sue dichiarazioni, in particolare quella secondo cui Monti stava realizzando il programma del governo precedente, il suo…
LO ZOCCOLO DURO DEI FEDELISSIMI E LO SCONTENTO ANTI EUROPEO
Detto questo, non sottovaluto la combattività di Berlusconi, la sua enorme capacità di recupero, e soprattutto l’esistenza nel Paese di un consistente “zoccolo duro” costituito da una destra populista e conservatrice, che trova ancora in lui il suo campione; e non sottovaluto la sofferenza di fasce consistenti di popolazione di fronte alla crisi e ai tagli del governo, che può prendere qualsiasi direzione. Berlusconi però potrà intercettare gli umori anti-tasse, anti-europeisti e anti-Merkel presenti nell’elettorato, ma dubito che i primi interlocutori (i fedelissimi) potranno fornirgli la forza sufficiente per rovesciare i pronostici, e che i secondi (gli arrabbiati) si rivolgeranno a lui per fargli rappresentare politicamente la propria frustrazione. Su questo terreno ha un concorrente molto agguerrito – e molto più credibile, visto che non è stato al governo per anni come lui – in Beppe Grillo, che non starà certo a guardarlo mentre cercherà di pascolare nel suo campo.
PUNTA AL PAREGGIO, MA INTORNO A SÈ HA SOLO NEMICI
Insomma, non vedo come in due mesi (a proposito: grazie Monti per l’accelerazione della crisi di governo) possa raddoppiare gli attuali consensi, fino a superare la coalizione di centro-sinistra. Il suo obbiettivo, com’è noto, è pareggiare al Senato, per togliere l’autosufficienza a Bersani & c in caso di vittoria. Ma anche ammesso che ci riesca, cosa accadrebbe il giorno dopo? Lui punta, notoriamente, a una riedizione della grande coalizione e di un governo tecnico, per riuscire a influenzarne le scelte e tutelare i propri interessi. Dubito però che dopo lo “scherzetto” a Monti – e soprattutto dopo una campagna dai toni populisti e anti-europei – troverà nel centro qualcuno disposto a dargli corda, senza dimenticare l’ostilità, a questo punto conclamata, di un osso duro come il Professore (nella foto a lato Berlusconi ride, ma non si rende conto di essere lui ad essere suonato come il campanellino).
L’impressione è dunque che tutta la mobilitazione mediatico-emotiva di questi giorni sia largamente sovradimensionata rispetto alla portata della minaccia-Berlusconi. Sarebbe opportuno che ce ne ricordassimo tutti, e mantenessimo la testa a posto. Non possiamo agitarci noi e pretendere che non lo facciano i mercati, che sulla base di questa “agitazione” guadagnano o perdono dei soldi.
GLI ALTRI TIMORI DEI MERCATI: GRILLO E LA SINISTRA
Altro è il timore che i mercati e le cancellerie nutrono nei confronti di un eventuale exploit grillino (su cui ho i miei dubbi) e di una probabile vittoria del centro-sinistra, e i dubbi sul suo rigore nella tenuta dei conti e il suo rispetto dell’agenda Monti. Qui sarebbe utile uno sguardo alla Francia, dove la “cura” Hollande – con tutto quello che se ne può pensare nel bene e nel male – nonostante il declassamento delle agenzie di rating sta mantenendo lo spread a livelli bassissimi. Ma questo è un altro discorso.