Sergio Frigo

NEL PIENO DELLA TEMPESTA, SENZA NESSUNA FIDUCIA NEI COMANDANTI

I capelli bianchi di Obama, logorato dalla faticosa gestione del potere, i sondaggi sul gradimento (scarsissimo)  di tutti i leader occidentali (e non solo, vedi Medio Oriente e Nord Africa), e il loro frenetico telefonarsi, riunirsi, rassicurare, segnalano un fenomeno impressionante, nel marasma totale che ci circonda: la politica non riesce più a gestire i processi drammatici in corso, e nessuno si fida più di nessuno, tanto meno dei politici che ha votato appena due o tre anni fa. Quella che sta meglio è la Merkel, che pur governando un paese solido e in piena ripresa ha il gradimento di

meno di un terzo degli elettori. E non parliamo di Silvietto nostro, per carità di patria…

 

Mai c’è stato nella storia uno scollamento di questa portata fra il popolo e i suoi governanti, neppure – credo – quando questi mangiavano brioches e mandavano alla ghigliottina i loro sudditi. Anche a quel tempo infatti essi potevano godere del sostegno fideistico di uno zoccolo duro di sostenitori ben più consistente degli attuali leader.

GLI SPASMI DELLA DEMOCRAZIA VIRTUALE ALLA PROVA DELLA CRISI

È la democrazia, bellezza, democrazia in tempo di crisi, in cui tutti perdono e tutti hanno paura, e soprattutto democrazia nel tempo della Rete, che esalta in massimo grado il soggettivismo, la frammentazione e ricomposizione di idee e gruppi, la partecipazione emotiva che si alimenta di un flusso ingovernabile di informazioni poco approfondite, impressioni superficiali, leggende metropolitane. Tutto questo travolge spesso i nessi di causa ed effetto caratteristici di ogni azione organizzata, travalica quindi ogni progettazione e programmazione, richiede una velocità di reazione che nessuna struttura organizzata (tanto meno le istituzioni democratiche) può avere.

I MERCATI SONO CAUSA DEL CORTO-CIRCUITO INFORMATIVO, MA ANCHE IL SUO STRUMENTO OPERATIVO

Gli unici a rispondere in tempo reale, anzi in tempo tanto reale da essere essi stessi soggetti attivi di questo blob emotivo-informativo, sono i mercati, che sono sono solo il luogo della speculazione selvaggia, ma diventano anche – prima e al posto della politica – i terminali di questo frenetico, ingestibile e autolesionista sentimento del tempo; lo strumento con cui questo coacervo di impressioni-convinzioni-emozioni dis/organizzate e solo parzialmente suffragate dalla realtà incide – e pesantemente – sulla realtà stessa, distruggendo patrimoni, posti di lavoro, speranze.

SIAMO SU UN ICEBERG CHE SI FRANTUMA, IN UN MARE PROCELLOSO

È come essere passati nel giro di pochissimo tempo da una terraferma in cui erano stabili e precisi i confini, le linee dell’orizzonte, il rilievo, il percorso da seguire, a un iceberg galleggiante in un mare tempestoso, che si frantuma sotto i nostri piedi in tanti frammenti che noi cerchiamo affannosamente (e inutilmente) di guidare tra le onde, appoggiandoci e scontrandoci coi frammenti vicini…

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NEL PIENO DELLA TEMPESTA, SENZA NESSUNA FIDUCIA NEI COMANDANTIultima modifica: 2011-08-05T11:41:00+02:00da
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