Poi ci può stare anche l’errore dei giudici, anche se Berlusconi ha avuto i regolari tre gradi di giudizio; e si può ammettere anche un accanimento nei suoi confront (ne ho scritto qui berlusconi-giudici-verso-la-fine-della-guerra-dei-vent-anni.html), speculare all’accanimento da lui mostrato nel perseguire una riforma delle istituzioni, e in particolare della giustizia, che avrebbe – quella si – stravolto pesantemente il nostro ordinamento.
E sono soddisfatto anche del sostanziale fallimento della manifestazione romana di ieri del Popolo della libertà.
LORENZETTO NON C’ENTRA CON LA MACCHINA DEL FANGO
Premesso tutto questo devo dire che mi ha molto colpito la lettura di questo articolo sul giudice Antonio Esposito, presidente del collegio giudicante,
Insomma, anche se l’ha scritto sul Giornale non si può liquidare il suo articolo come la classica espressione della “macchina del fango”. Quindi l’impressione che mi è restata appiccicata addosso dopo la lettura è quella che si prova dopo una partita in cui la tua squadra ha vinto grazie a un gol segnato in fuorigioco: il tifoso può gioire, lo sportivo no.
Certo, intervistato ieri dal Fatto il giudice Esposito ha smentito tutto, annunciando querele: se la vedranno in tribunale, ma mi stupirebbe che Lorenzetto si facesse cogliere in castagna.
LA SINISTRA NON DEVE ESSERE SOLO IL PARTITO DEI GIUDICI
A me sembra comunque che, a questo punto, sia davvero necessario cominciare ad affrontare, anche a sinistra, un discorso serio e approfondito sulla giustizia, come sollecita Napolitano; rispondere in particolare alle domande che da più parti si pongono sul ruolo della magistratura, cercare di distinguere l’autonomia del giudice dall’arbitrio, analizzarne le responsabilità, valutare a fondo la congruità delle sanzioni per i magistrati che coscientemente sbagliano. Questo non significa necessariamente andare incontro alle richieste che vengono dal Pdl, che dopo aver fatto il possibile e l’impossibile per rendere più complicato il lavoro dei giudici, lamenta che la giustizia italiana non funziona; né sposare le tesi di quelli come Marchionne che lamentano l’”invadenza” della magistratura nelle questioni del lavoro, o dell’ambiente. Ma che anche il lavoro dei magistrati vada sottoposto a una valutazione serena, approfondita e libero da subordinazioni culturali, mi sembra doveroso e urgente. La sinistra – al di là del doveroso rispetto per i magistrati, anzi, persino della gratitudine per essere stati una barriera irriducibile in questi anni contro lo stravolgimento delle istituzioni – non può ridursi a “partito dei giudici”, come vorrebbero Travaglio & c.
C’è a disposizione, anche in questo ambito, il lavoro dei saggi voluti dal Quirinale: si abbia il coraggio di andarci a guardare dentro e di cominciare a discuterne nel merito.