Vero, le colpe e gli errori di questi signori ci sono ben chiari. Ma come si esprimono i popoli quando hanno la facoltà di scegliere, attraverso il voto e non solo? La risposta è desolante, e dovremmo ammetterlo soprattutto noi italiani, che ci siamo tenuti per 18 anni Berlusconi, con una corte dei miracoli sterminata, impresentabile e spendacciona di cui Fiorito è solo l’ultimo fiore. Raramente, e solo per casi fortuiti, vengono premiati davvero i politici migliori, i partiti più seri, i programmi più realistici. Prevalgono piuttosto i demagoghi, i populisti, i fotogenici, i più abili a nascondere le proprie magagne del passato e ad ammantare di credibilità delle promesse future che sanno già in partenza essere illusorie, perché non tengono conto della realtà dell’economia mondiale né dei reali rapporti di forza tra i paesi.
RUSSIA, CINA, SPAGNA: UN PROBLEMA GLOBALE
LE ELEZIONI NEGLI USA COME UN TELEVOTO
L’ultimo episodio rischia di essere quello di Obama, in America: è salito al potere nel 2008 solo “grazie” alla crisi economica e all’inettitudine del suo predecessore George Bush, e dopo quattro anni in cui è riuscito a tamponare i disastri repubblicani, rischia di dover passare la mano all’ambiguissimo Romney (ora in testa ai sondaggi) soprattutto per colpa di un confronto televisivo perduto. Ma vi sembra possibile che i destini del mondo siano decisi da una specie di televoto tra i telespettatori americani?
Ovviamente come tutti non ho idee alternative, ma come ho scritto anche qui di recente, non mi sembra che questa democrazia demagogica sia molto adeguata alla complessità del presente.