A parte che stando ai sondaggi (Ipr Marketing) ormai ben pochi gli credono, vi pare ammissibile che nessuno conosca la destinazione dei seimila immigrati caricati sulle navi, se saranno portati in qualche regione italiana – che non li vuole – oppure tenuti a mollo per qualche settimana come su vere e proprio carceri galleggianti, o ancora portati direttamente e forzosamente in Tunisia?
TUTTI SULLE NAVI: PREPARIAMOCI AL PEGGIO
Spero caldamente di sbagliarmi, ma temo che dovremo prepararci a sommosse, a violenti ammutinamenti, a scene strazianti di disperati che si getteranno a mare piuttosto che farsi riportare a casa. Sempre che il fatto che tutto avvenga in mezzo al mare non finisca per tenere a debita distanza le telecamere: lontano dagli occhi, come si dice… Sempre che qualcuno si ricordi di avere ancora un cuore, in tutto questo.
Per un’analisi della questione rimando a questo bell’articolo di Giovanna Zincone sulla Stampa di ieri.
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LA LATITANZA DELLA POLITICA
Chiudo rilevando la penosa figura che su questa vicenda sta offrendo la politica, che mentre matura il dramma, provvede a risolvere le questioncine giudiziarie tanto care al premier, litiga furiosamente, e abdica a qualsiasi tentativo serio di gestire il problema. Succubi delle parole d’ordine della Lega, che ha come unico obiettivo impedire con qualsiasi mezzo che gli immigrati arrivino al Nord, governo, regioni, comuni cercano di passarsi il cerino incandescente, e rinunciano invece a confrontarsi con quei cittadini (la maggioranza, stando sempre ai sondaggi) che guardano ancora ai clandestini come a delle persone da aiutare, e sarebbero persino disponibili ad accoglierli, ovviamente in numero limitato ed equamente distribuito, nel proprio territorio.