AI TERRITORI LEGHISTI I SOLDI, A QUELLI “ROSSI”, COME VENEZIA, LE ROGNE
Il messaggio è semplice e brutale: ottieni finanziamenti se stai con la Lega, se invece sei contro non ti diamo i soldi e ti becchi invece le rogne. E dunque la verde Verona si prende i soldi per l’Arena (oltre ad aver messo le mani su dotazioni sanitarie spropositate rispetto al resto del Veneto), mentre invece la rossa Venezia resta all’asciutto per la Fenice, e per di più il ministero degli interni cerca di scaricarle addosso il contestatissimo Centro di identificazione ed espulsione per gli immigrati clandestini.
LE POLTRONE AI MILITANTI, INVECE CHE AI COMPETENTI
Il Pdl regionale ha parlato di “cannibalismo politico della Lega”, facendo la figura di Alice nel Paese delle Meraviglie, visto che con la Lega governa da decenni. I segnali in realtà c’erano tutti, e non si parla solo della corsa all’accaparramento delle poltrone pubbliche di sottogoverno, che è una costante di tutti i partiti appena mettono piede nella stanza dei bottoni: la Lega, come ha mostrato l’inchiesta dell’Espresso del 20 gennaio scorso “Com’è verde la mia poltrona”, ci mette di suo una particolare cura nel privilegiare la fedeltà piuttosto che la competenza, non provando neppure a dissimulare la lottizzazione con una patina di professionalità, come hanno sempre fatto gli altri partiti nel passato, promuovendo magari qua e là dei tecnici di area invece che – sempre – dei militanti.
FINANZIAMENTI PER L’IDENTITÀ VENETA, INVECE CHE PER LA CULTURA
Ma non è una novità neppure l’abitudine del Carroccio di privilegiare nella ripartizione dei fondi pubblici solo i propri temi e i propri professionisti, indipendentemente dal merito e dall’apprezzamento pubblico: è il caso del plurifinanziato regista Renzo Martinelli (quello del Vajont, di Porzus e
Vedremo nelle prossime settimane se la Regione, come ha sempre fatto nell’era Galan e come ha promesso di fare l’assessore Marino Zorzato del Pdl, riuscirà a trovare qualche spicciolo per rimediare allo schiaffo e assicurare un futuro dignitoso anche alla “rossa” Fenice.