Ora invece, tutti con l’occhio umido all’esecuzione di Fratelli d’Italia, neanche fosse l’Internazionale, tutti con la mano sul cuore sotto il Tricolore, come e più che con la vecchia bandiera rossa…
Certo, dobbiamo ringraziare Bossi di questa mutazione: abbiamo riscoperto il valore dell’Unità nazionale nel momento in cui essa viene messa
LO STATO SECONDO BERLUSCONI: IL NEMICO
Da quasi un ventennio (ahi le assonanze storiche!) assistiamo, come ha scritto Carlo Galli l’11 febbraio su Repubblica a proposito dell’era berlusconiana, al tentativo di imporre al paese un’idea molto particolare di Governo, che va in rotta di collisione con l’idea stessa di Stato:
“Il nemico è lo Stato in quanto tale, in quanto organizzazione di potere sovrano e rappresentativo, impersonale, fondato sull’uguaglianza davanti e alla legge e internamente articolato attraverso equilibri e limitazioni che hanno lo scopo di evitare il predominio di un potere o di una funzione sulle altre. Il prodotto sofisticato, forte e fragile, di alcuni secoli di sviluppo politico europeo, e del sapere di filosofi e giuristi.
La partita adesso è chiara: un uomo contro lo Stato, un potere personale contro il potere impersonale, la rappresentanza per incorporazione contro la rappresentanza per elezione, il destino di uno contro il destino di un Paese, il dominio contro la legalità. È una guerra civile simbolica, spirituale e morale, che l’Uno – e i suoi numerosi fedeli e seguaci, interessati o estasiati o rassegnati che siano, ma che in ogni caso hanno scritto quel nome sulle loro bandiere – combatte contro i Molti (…) È la guerra di un tipo umano contro l’altro: della superba individualità, sprezzante di regole e persone, chiusa in una solitudine affollata di cortigiani e di scaltri profittatori, contro il rispetto delle regole, contro l’interazione nello spazio pubblico condiviso, contro la cittadinanza, contro la decenza come attributo minimo delle relazioni umane e politiche (…)
Dal vertice del potere esecutivo giunge un messaggio di rivolta contro lo Stato, una rivendicazione di rabbiosa eccezionalità che si oppone alla normalità istituzionale. Tutto il ribellismo italico, faticosamente arginato dalla nostra recente storia democratica, viene così legittimato; tutto il disprezzo per la legge che alberga nel cuore di tanti italiani trova giustificazione, trionfa platealmente da uno dei più alti seggi della Repubblica; tutto il “particolare” si vendica finalmente dell’universale”.
LA SINISTRA ORA RIVALUTA LO STATO CHE TUTELA TUTTI I CITTADINI
“Se la deroga alla regola riguarda il potere, la regola non esiste più per nessuno”, ha detto la scrittrice vicentina Mariapia Veladiano in occasione della recente manifestazione delle donne.
La libertà dalle regole prepara il terreno al sopruso del potente. E gran parte dell’apparato mediatico controllato da Berlusconi (Giuliano Ferrara in testa) lavora per far dimenticare al povero questa semplice verità, e renderlo complice della sua stessa sottomissione.
Per tutti questi motivi, magari con un po’ di imbarazzo, oggi diciamo “Viva l’Italia. Forte e unita”.