Se c”è un dato che accomuna tutti i sondaggi di questi giorni (pur tenendo conto dell’effetto primarie che premia il Pd, accreditato ora di un terzo abbondante dei consensi) è il progressivo restringimento del centro, che perde complessivamente circa il 2% nelle intenzioni di voto rispetto a un paio di mesi fa, raggiungendo a malapena il 10%.
Ma a impressionare è soprattutto l’eclissi dell’Udc e del suo leader Casini, la prima a malapena abbarbicata alla soglia-limite del 4%, il secondo relegato in fondo a tutte le graduatorie dei possibili aspiranti premier, inchiodato all’1% assieme a Di Pietro, Fini, Giannino e Marcegaglia. Dal “Grande Centro” al “centrino”, insomma. Evidentemente giocano in suo sfavore l’effetto polarizzazione, la concorrenza al centro, l’alea di vecchio politicismo che si porta dietro.
LA CONCORRENZA DI MONTEZEMOLO & C.
E BERSANI POTRA’ GIOCARE ALLA POLITICA DEI DUE FORNI
Se poi si andrà a votare col Porcellum, e Berlusconi riuscirà a imporre al suo partito (vecchio o nuovo che sia) una nuova alleanza con la Lega, la competizione elettorale per i centristi si farebbe drammatica. A quel punto sarebbe Bersani a poter giocare, ai loro danni, alla politica del doppio forno in cui Pierfurby era maestro, scartando magari come partner post-elezioni un Casini tra l’altro sempre ostinatamente anti-Vedola, in favore di un’Italia Futura politicamente più duttile e più in sintonia col Pd sui temi etici.