DAL PDL PADOVANO UNA CONTRARIETÀ INCOMPRENSIBILE
Non si capiscono, dunque, le obiezioni dei contrari, in particolare in casa Pdl, nel nome della difesa di una padovanità che appare un mero retaggio del passato, se non una strumentale forma di opposizione alla politica di Zanonato (le posizioni di Giustina Destro, quand’era sindaco del centro-destra, erano infatti pienamente favorevoli). Non a caso i vertici del partito (Galan, Sacconi, Brunetta) si segnalano per l’assordante silenzio su questo argomento. La Lega poi ha fatto della difesa della status quo delle province, e del localismo più retrivo, il suo cavallo di battaglia, salvo dividersi al suo interno, con il sindaco di Treviso Giampaolo Gobbo favorevole all’aggregazione.
MA ZAIA NON HA TORTO A TEMERE UN VENETO DI SERIE B
Per cui una forza politica che si candidi a costituire un’alternativa a Zaia a livello regionale deve avere la capacità di elaborare una risposta politico-culturale allo stesso livello, cioè che si faccia carico dei bisogni e dei livelli di vita di tutti i veneti (parlo del Pd, perché il Pdl anche in questo è subordinato al Carroccio, e comunque l’ultimo pronunciamento di Galan su questo tema è lo stesso di Zaia).
MA ANCHE VERONA E’ PARTE DEL VENETO METROPOLITANO?
Ci si potrebbe concentrare, ad esempio, su una seria lettura dei flussi delle persone, dei collegamenti esistenti, delle vocazioni storiche dei territori (la Fondazione Benetton ha dei materiali preziosi, in merito), ma anche delle decisioni assunte negli ultimi anni dalle forze politiche e dai rappresentanti dei diversi territori: ad esempio, siamo sicuri che la Verona del segretario leghista Flavio Tosi sia così integrata nella metropoli veneta, come sostiene la Lega? O non esercita piuttosto da tempo una sua peculiare forma di autonomia, che guarda a ovest e a nord piuttosto che a est, verso il resto del Veneto? E non è che su queste premesse – sempre per razionalizzare i servizi e valorizzare le vocazioni e la massa critica dei territori – si dovrebbe piuttosto ipotizzare un nuovo polo metropolitano del Veneto occidentale, a cui aggregare anche il vicentino, ammesso che la provincia berica non preferisca guardare verso est?