Accanto ai tre citati, poi, altri due nomi di grande impatto: il giornalista Gian Antonio Stella, in questi giorni di scandali politici bersagliato dalle interviste in quanto “scopritore” della Casta, e il nume tutelare dell’italianità dell’Istria Giovanni Radossi.
Kuki Gallmann (figlia dello scrittore-esploratore trevigiano Cino Boccazzi), a sua volta è la grande madre bianca del Kenya, dove svolge – tramite una fondazione che ricorda il marito e il giovane figlio scomparsi – un’intensa opera di salvaguardia ambientale e di educazione delle giovani generazioni. Racconta di un paese bellissimo, ma i cui abitanti difficilmente nella loro vita (a differenza dai turisti occidentali) vedono un elefante o un leone: «Se le giovani generazioni non imparano a conoscere la ricchezza del loro ambiente, si taglierà per sempre anche in Africa il cordone ombelicale tra uomo e natura».
Gian Antonio Stella invece è ancora alle prese con le ricadute del suo best seller profetico con cui cinque anni fa denunciò gli sprechi della politica: un milione e 300 copie vendute, premi e inviti da tutte le parti, ma anchequalche critica non proprio gradevole: «É stato insopportabile sentirsi accusare di qualunquismo antipolitico – dice il giornalista asiaghese, durissimo soprattutto con D’Alema che aveva accostato il suo lavoro alle Br – La battaglia mia e di Sergio Rizzo doveva servire semmai a salvare la politica, aiutandola a cambiare. Invece siamo arrivati al punto che i partiti sono ostaggio di centinaia di Fiorito, e sono i tesorieri a scegliere i segretari».
A Stella nella video-intervista che segue ho chiesto di parlare del Nordest nella crisi, del consenso alla Lega nel Veneto e della mobilitazione del giornalismo italiano in difesa del direttore del Giornale Sallusti.
GIAN ANTONIO STELLA (PREMIO MASI): “CON LA CASTA VOLEVO AIUTARE LA POLITICA A RINNOVARSI, MA MI HANNO ACCOSTATO ALLE BR”ultima modifica: 2012-10-05T17:20:34+02:00da
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