Fa un certo effetto, dunque, leggere su qualche giornale che il nostro presidente del consiglio nel corso della sua tournee americana ha detto, in una intervista a Time, che vuole “cambiare gli italiani”: poi guardando il video relativo si scopre in realtà che ha detto una cosa abbastanza diversa, e cioè ha solo risposto affermativamente alla domanda se il governo non stia in qualche modo cercando di modificare cultura e modo di vivere degli italiani, aggiungendo che “dobbiamo cercare di dare il senso della meritocrazia e della competitività che crediamo siano necessarie”.
La sostanza però non cambia di molto: non tutto il male è nella classe politica, come pensano gli italiani (è un’altra considerazione di Monti), e ci sono dei comportamenti che vanno modificati “perché altrimenti le riforme strutturali sarebbero effimere”.
MENO INSEGUE IL CONSENSO E PIÙ NE GUADAGNA
Ecco, con delle considerazioni del genere qualsiasi politico il giorno dopo sarebbe travolto dalle polemiche, invece non escludo che la cosa finisca per procurare al premier qualche punto in più nei sondaggi, che pure lo premiano nonostante la manovra lacrime e sangue che ci ha imposto. È l’innegabile vantaggio di chi non è stato selezionato dalla politica, e non è costretto ad inseguire il consenso a tutti i costi, visto che non intende candidarsi ad alcunché alla fine del suo mandato. E forse è davvero l’unico modo per cambiare qualcosa nel nostro paese. Ma viene da chiedersi perché questa ricetta al momento pare funzionare, e domandarsi se durerà…
COME POPOLO ABBIAMO CAPITO CHE LA FESTA È FINITA. PER IL MOMENTO…
Il momento, in realtà, è molto particolare: dopo le sbornie goderecce del passato, e il relativo fastidiosissimo mal di testa postumo, ora ci sta bene, come popolo, pensarci e proporci come virtuosi e probi, se non altro per non venire annoverati fra i responsabili dello sfascio. Certo non tutti, ma in maggioranza abbiamo capito anche che la festa è finita, e che ora è il momento di sgomberare i tavoli e raccogliere cocci e bottiglie. Per questo guardiamo così male chi si attarda a gozzovigliare in fondo alla sala.
Ma tra le caratteristiche nazionali non c’è sicuramente la costanza: è probabile che di qui a qualche mese, non appena le cose cominceranno a mettersi al meglio, ci stancheremo di tutta questa sobrietà e virtù e saremo tentati di passare dal preside severo a qualche chiassoso capo-gita. Dunque meglio approfittarne ora…