Dell’ex manager di Finmeccanica però ci dimenticheremo presto, mentre continuerà a tenere banco il malcontento per i guadagni dei politici, che da soli egemonizzano il dibattito sulle disparità sociali, che pure negli ultimi tempi sono andate fortemente aumentando in tutti i settori del lavoro privato. Ovviamente non soddisfano nessuno i primi tagli ai vitalizi e ai costi della politica decisi di recente dal parlamento; e neppure l’aumento dei prezzi della buvette del Senato, ora portati ai livelli di un normale ristorante. Ma sono accomunati alla casta nella denuncia dei privilegi anche i sindaci dei piccoli comuni, che spesso si accollano i problemi di tutti i cittadini senza il supporto degli uffici, per poche centinaia di euro al mese, sottraendo tempo al loro lavoro e alla famiglia.
LE DOMANDE DELL’ANTIPOLITICA
Ormai la domanda è se fare attività politica debba oppure no prevedere un compenso: ma a monte ci sono quesiti più impegnativi, che esprimono lo spirito antipolitico che permea la nostra società: serve davvero ancora, la politica? E possiamo permettercela, in questo difficile passaggio storico? Mi ha impressionato, l’altra sera a Piazza Pulita, la risposta ad un sondaggio in cui il 50% degli interpellati sosteneva che Monti dovrebbe incontrare le parti sociali per illustrare i suoi programmi di tagli, e solo il 10% aggiungeva che dovrebbe coinvolgere nel confronto anche i politici.
Ecco perché vogli buttare là il seguente interrogativo: secondo voi quanto dovrebbe essere pagato un politico? E da quale livello? Mettiamo il sindaco di una città di 10mila o di 100mila abitanti, un consigliere regionale, un governatore, un parlamentare? Oppure, al di là delle indennità dirette, ritenete che essa offra a chi la fa delle ricadute tali (privilegi, potere, visibilità…) per cui il compenso diventa comunque un di più?
A titolo di raffronto indico di seguito i compensi dei top manager italiani, aggiornati a poco più di un anno fa (e in alcuni casi non più attuali):
1) Carlo Puri Negri (Pirelli Re) – 15,2 milioni (di cui 14 milioni a titolo di buonuscita)
2) Claudio De Conto (Pirelli) – 7,3 milioni (di cui 4,95 mln per fine rapporto lavoro)
3) Marco Tronchetti Provera (Pirelli) – 5,9 milioni
4) Antoine Bernheim (Generali) – 5,58 milioni
5) Luca Cordero di Montezemolo – 5,1 milioni (Ferrari)
6) Mauro Pessi (Brembo) – 5,1 milioni
7) Sergio Marchionne (Fiat) – 4,78 milioni
8) Pier Francesco Guarguaglini – 4,7 milioni (Finmeccanica)
9) Paolo Scaroni (Eni) – 4,4 milioni
10) Alessandro Profumo (Unicredit) – 4,26 milioni