Poi c’è la personalità di Galan, che è sì un liberale come dice il “comunista” Miracco, ma è soprattutto fedele con gli amici, e prima di tutto con l’amico più amico di tutti, Berlusconi, e interprete fidato della filosofia del gruppo affaristico-amicale sorto intorno a lui: prima viene questo, poi la coerenza intellettuale e anche l’interesse del territorio. Altrimenti lo scorso anno alle Regionali avremmo avuto la lista Forza Veneto. (A questo proposito: sbaglia il Pd veneziano ad attribuire a Miracco la responsabilità della scelta di Malgara: questa è semmai la prova dell’affrancamento di Galan dall’influenza del suo ex portavoce).
UN MARCHIO DA VENDERE, E LA QUALITA’ PUÒ ATTENDERE
Detto questo: salvo incidenti di percorso avremo alla Biennale un presidente
GLI APPETITI MILANESI E ROMANI SU VENEZIA
Quanto all’ancoraggio della Biennale al territorio, e alla tutela di Venezia (oltretutto candidata a capitale europea della cultura) dai voraci appetiti milanesi e romani, non mi sentirei per niente garantito: dopo che Milano si è aggiudicata l’Expo 2015 qualcuno ha proposto Baratta di far svolgere per l’occasione una parte della Mostra del cinema nel capoluogo lombardo. Baratta l’ha mandato a quel paese, non so cosa avrebbe risposto Malgara.
Galan, che è abituato a prendersi le sue responsabilità, facendo andar via un grande amico di Venezia come Baratta stavolta se n’è assunta una enorme.