Va registrata infatti l’ampiezza di prospettive del discorso di Lerner, la sua capacità di frugare a fondo negli eventi sociali e nelle psicologie delle categorie umane, per coglierne il mutamento in atto, e al contrario la visione tutta politicista di D’Alema, che non riesce a far uscire la sua analisi dal recinto dei rapporti fra le forze politiche, e si trova perennemente a rincorrere gli elettori, che puntualmente sono dalla parte opposta rispetto a dove lui vorrebbe che si trovassero (segnalo in particolare la frase, all’inizio, dove motiva la caduta di Milano con la rottura dell’asse Berlusconi-Bossi: in realtà fino al momento del voto non c’era nessuna rottura in atto, sono stati semplicemente gli elettori che si sono… rotti).
berlusconi-tolga-il-disturbo-noi-faremo-la.html
Mi sto convincendo anch’io che forse, con tutta la sua intelligenza, D’Alema è diventato un peso più che una risorsa per la sinistra. Mi ricorda un altro intelligentissimo, con barba e giacca di velluto, Massimo anche lui, di nome e di fatto…